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Il primo servizio è proprio di Nadia Toffa: Attenzione al sushi che mangiamo. La iena si reca insieme ad un “sushiman” in alcuni ristorante giapponesi all you can eat: se a Milano un panino costa quattro euro, com’è possibile che un pranzo a base di pesce ne costi otto? I primi assaggi si rivelano disastrosi all’assaggio, così la Toffa si reca da un noto sushiman nippo brasiliano: lo chef spiega che il colore del pesce deve essere brillante e che non se ne deve sentire l’odore, se davvero è fresco. Quando invece è appicciso al tatto,quello è segno che non si tratta di pesce fresco. se i rolls sono duri, è segno che sono stati a lungo in frigo. altri motivi che abbassano il prezzo: pesce comprato non freschissimo, perché venduto per essere smerciato, oppure uno chef poco esperto.
Intanto la Toffa aveva portato dei campioni di pesce di otto all you can eat ad analizzare: vi sono state trovate varie contaminazioni batteriologiche, dovute a un’igiene non consona. A differenza degli all you can eat, il pesce di ristoranti con prezzi più alti si rivela a norma.
Saputo ciò, la giornalista va in uno dei ristoranti incriminati. Le telecamere inquadrano cosa avviene in cucina, le condizioni di sporcizia; a un certo punto arriva il gestore, da cui però non si ottengono risposte soddisfacenti.
Il secondo servizio è di Giulio Golia: Ucciso dall’amianto ma l’Inail non lo riconosce. Golia la figlia di Mario, uomo che ha lavorato a stretto contatto con l’amianto in un cantiere navale. L’amianto, racocnta la donna, veniva addirittura spruzzato e si lavorava senza maschera: per respirare, i dipendenti si affacciavano fuori dalla nave. Nonostante ciò, l’Inail non ha riconosciuto che la malattia di Mario fosse collegata con la professione svolta. L’Inail è stata condannata a risarcirgli le pensioni non versate, riconoscendo un’invalidità dell’80%: solo cinque giorni dopo però, Mario è morto, proprio con quei soldi che sperava di usare per curarsi.
L’Inail ha fatto ricorso in appello, e da lì è partito un nuovo, lungo, iter legale. La famiglia di Mario però non si arrende.
Si prosegue con Gaetano Pecoraro, che torna sulla questione del gpl sulla laguna di Chioggia: 9mila metri cubi di gpl fuori controllo 2. Il giornalista incontra sia Zaia che il proprietario dell’azienda, che tratta in maniera privatistica i territori su cui sono stati installati i bombolotti di gpl. L’uomo ovviamente nega senza dare risposte soddisfacenti.
Si prosegue con Nina Palmieri: Nella zona rossa. La iena è ad Arquata del Tronto, dove il signor Enzo non vuole abbandonare casa sua: non vuole andare in tenda né tantomeno raggiungere uno degli alberghi sulla costa. Per questo motivo è stato persino arrestato, trascorrendo due giorni nel carcere di Ascoli Piceno.
É il turno di Pablo Trincia: La commissione del Papa combatte davvero la pedofilia? Dopo aver ascoltato dei membri della Commissione Vaticana che si occupa di pedofilia, in particolare la neo dimessa Marie Collins, Trincia chiede ad alcuni vescovi e cardinali perché i progetti della Commissione venissero bloccati ogni volta: se infatti venivano approvati, racconta la Collins, puntualmente spuntava fuori qualche nodo legale che ne bloccava il percorso. Tutti negano.
Sebastian Gazzarri prova una nuova app, che insulta il vip con cui la iena si scatta il selfie: Appanculo. Finiscono nel mirino di Gazzarri Clementino e Vittorio Sgarbi. C’è anche Leone di Lernia.
Cizco incontra un singolare insegnante di ju jitsu: Cose dell’altro mondo. La iena ha trovato un annuncio incredibile: un uomo ch ecercava un altro uomo “aitante” che gli scorreggi in faccia. Viene quindi preparato un icnotro, Ma c’è anche l’insegnante di ju jitsu che vuole essere steso.
Marco Maisano ci parla de Il killer dei tossicodipendenti. Si tratta di Rodrigo Duterte, presidente delle Filippine: eletto mel maggio 2016, ha assicurato ai duoi cittadini che possono contare su di lui, come la Germania con Hitler. Nelle Filippine si è scatenata una vera e propria guerra civile, basata su una nuova droga, la shaboo: Duterte sta facendo uccidere chi la consuma, con delle operazioni militari ad hoc.
Duterte ha dato vita a squadroni della morte che sparano sulla gente: migliaia i morti. Tra le tante vittime, anche “Heart”: una ragazza transessale ammazzata perché coinvolta nel giro di droga, che smerciava su rchiesta per pochi soldi. La polizia l’ha presa da casa, trascinata e poi morta conn tre colpi di arma da fuoco.
La polizia opera insieme ai vigilantes, cittadini che compiono gli omicidi più efferati. Maisano incontra Dennis, uno di loro. “Aiutiamo il governo ad eliminare i criminali, in modo da ristabilire l’ordine”, dice. E ancora: “Noi decidiamo la legge. Se qualcuno ha dei precedenti, decidiamo se ucciderlo o no”. Ufficilamente la polizia nega i operare insieme ai vigilantes, ma la realtà dimostra il contrario: Dennis svela di guadagnare tra i 5mila e i 6mila pesos per ogni omicidio, circa 100 euro.
Maisano si reca in uno degli obitori più famosi di Manila. Grazia a questa guerra, Fernandez ha fatto una fortuna con il suo lavoro, nonostante offra l’autopsia gratuitamente: ogni notte infatti, gli arrivano mediamente dieci corpi.
A questo punto le immagini si fanno particolarmente cruente, tanto che Maisano avvisa il pubblico di cambiare canale, specie se minorenne. I corpi mostrano segni di pallottole e il taglio dell’autopsia: i cadaveri non riconosciuti sono accatastati uno sull’altro, qualcuno in fase di decomposizione avanzata.
La situazione è talmente tragica che i familiari non vanno nemmeno dalla polizia a cercare i cari scomparsi, ma direttamente all’obitorio. Quando in strada avviene qualche scontro a fuoco, viene chiamato il becchino anziché l’ambulanza: davanti a queste esecuzioni, come testimoniano le immagini filmate, i passanti non si scompongono. Tutti sono incredibilmente abituati. Il medico legale invece, alla domanda di Maisano risponde che la polizia si è difesa.
Si alleggerisce con Stefano Corti e Alessandro Onnis: Milan: la cinesata del closing. I due hanno messo su una delegazione cinese che acquistasse il MIlan: se però i cinesi riescono a visitare il museo della squadra, a malapena riescono ad entrare allo stadio.
Filippo Roma si occupa de La legge che impone l’inglese ai pizzaioli. Per ottenere il tesserino che ne certifichi la professione, i pizzaioli devono possedere come requisito la conoscenza della lingua inglese: peccato che quando Roma va a testare la conoscenza dei senatori che hanno firmato la legge che prevede il tesserino, scopre che non lo parla nessuno.
A mezzanotte viene riproposto un vecchio servizio di Giulio Golia: Ho deciso di morire. La iena aveva conosciuto la famiglia di Salvatore Crisafulli, uomo costretto a letto: comprendendo la sofferenza della madre anziana che lo accudisce, Salvatore ha deciso di andare a morire in Belgio. Alla fine però, quando è il momento di partire, l’uomo scegli di non andare: al fratello che gli pone la domanda definitiva, fa capire che vuole continuare a vivere.
Infine, approfittando della sua partecipazione a L’Isola dei Famosi, viene replicato lo scherzo a Moreno: complice Irid, un avecchia fiamma di una notte, gli viene fatto credere che diventerà padre.
La puntata si conclude qui: le “iene” di Italia 1 tornano mercoledì.