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Miral è ispirato al romanzo autobiografico di Rula Jebreal ed ha come protagonisti Frida Pinto, William Dafoe e Vanessa Redgrave. L’appuntamento è alle 22,45.
La pellicola è diretta da Julian Schnabel – uno dei pittori più noti della scena newyorkese che abbina all’arte pittorica quella della regia e della sceneggiatura. Questi sono alcuni dei suoi titoli: “Basquiat”, “Prima che sia notte”, “Lo scafandro e la farfalla”.
Come abbiamo detto Miral è inspirato al romanzo autobiografico «La strada dei fiori di Miral» della giornalista e scrittrice italo-palestinese Rula Jebreal, che, all’epoca in cui scrisse il libro era compagna dell’artista.
L’inno alla pace e alla tolleranza dell’ex coppia Schnabel/Jebreal racconta una Gerusalemme consumata dalla guerra, nel 1948. La protagonista, Hind Husseini (Hiam Abbas), accoglie nella sua casa 55 orfani della strage di Deir Yassin. Nell’arco di alcuni mesi, il numero dei bambini arriva a 2.000. È l’embrione della “Dar Al-Tifel Al-Arabi School”, oggi punto di riferimento e simbolo di speranza per le giovani palestinesi. . Dopo trent’anni da questi eventi, l’istituto annivera tra i suoi ospiti Miral, una bambina di sette anni che ha perso la madre (morta suicida). Al compimento del suo diciassettesimo anno di vita, Miral dovrà decidere se farsi promotrice della causa palestinese, oppure, secondo gli insegnamenti di Hind, continuare gli studi per avere un futuro migliore
Negli Stati Uniti la pellicola è stata contestata da diverse organizzazioni ebraiche. Una protesta è stata intrapresa anche dal governo israeliano, che ha tentato di impedire la prima statunitense del film organizzata presso la sala dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Schnabel, a Venezia, in occasione della presentazione del film alla Mostra Internazionale del Cinema del 2010, ha spiegato che «è senza dubbio il più personale». «Io sono ebreo, mia madre ha conosciuto la prigionia: proprio per questo avevo l’urgenza di raccontare la storia dal punto di vista opposto. Perché quando muore un bambino, che sia da una parte o dall’altra non ha importanza: l’ingiustizia è la stessa».
Qui un film di tutt’altro registro narrativo.