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Ancora una volta l’esperimento di Rai 3 di tenere accesa l’informazione nel corso dell’estate, si è rivelato fallimentare. Gianni Riotta, al timone di 47 35 Parallelo Italia (in onda il martedì in prima serata), non è riuscito a catturare l’attenzione degli spettatori perché sta realizzando un programma a metà strada tra il solito talk show e inchieste già viste. Con l’aggravante di concentrare nella sua persona tutto il potere del programma.
Probabilmente la presenza di un altro conduttore al posto di Riotta avrebbe dato un’altra impronta all’appuntamento estivo della terza rete.
Gli italiani hanno sempre ragione
Deludente anche l’esperimento di Rai 1 condotto da Fabrizio Frizzi nello scorso mese di luglio. Nelle quattro puntate proposte, Gli italiani hanno sempre ragione ha ripetuto pedissequamente uno stile che alla fine si è rivelato noioso, monotono e ripetitivo. Vi si aggiunga l’aggravante del solito parterre di ospiti, personaggi visti e rivisti sul piccolo schermo, che sembrano passare disinvoltamente da un salotto all’altro senza mai lasciare una traccia della loro presenza.
Non a caso, il programma si è attestato su un 14-15% di share. E dire che l’ennesima replica del Commissario Montalbano di share ne fa molti punti in più.
Altro esperimento che non ha mantenuto le aspettative della vigilia è La posta del cuore con la coppia Fabrizio Frizzi- Rita Dalla Chiesa. Una formula molto vecchia che cercava di presentare un salotto dei sentimenti nel quale la prevaricante presenza di Rita Dalla Chiesa sul partner non ha reso un buon servigio al programma.
Roberto Giacobbo ci ha tentato di nuovo: ha riportato Il Verificatore su Rai 2, in seconda serata, ma purtroppo l’unico dato che è stato possibile verificare, è la mancanza assoluta d’interesse: gli ascolti non hanno mai superato la soglia del 4-5% di share.
Gazebo
Cercare elementi nuovi in vari settori, come ha preteso di fare Il Verificatore, non ha convinto il pubblico di Rai 2. Soprattutto perché gli spettatori, di Giacobbo conoscono tutti i trucchi messi in pratica in programmi più rappresentativi, come ad esempio Voyager-Ai confini della conoscenza.
Anche Gazebo in prima serata non ha mantenuto le aspettative della vigilia. Il programma si è rivelato meno interessante e convincente della versione tradizionale a causa della pretesa del conduttore e dei suoi ospiti di voler “comunicare” ad un pubblico differente i medesimi concetti e gli stessi argomenti trattati. Insomma, riportare pari pari un programma dalla 23.30 alle 21.15 è stato un segnale di grande impreparazione professionale.
Kilimangiaro summer Nights
Diego Bianchi, in arte Zoro, ha puntato troppo sul giovanilismo della sua formula comunicativa.
Peccato che neanche l’edizione estiva del Kilimangiaro condotta da Camila Raznovich e Dario Vergassola non sia riuscita a conquistare un’audience accettabile per una prima serata di Rai 3. Eppure Kilimangiaro Summer Nights ha presentato motivi di interesse: in primis gli spettacolari documentari, molti inediti, che hanno dato smalto alla discussione in studio. Da sottolineare che i filmati erano sempre inerenti agli argomenti trattati e alle testimonianze degli sopiti presenti di puntata in puntata. È stata forse la ricerca quasi ossessiva di una perfezione che ha contribuito a dare un’immagine non positiva del talks show turistico.
Nonostante gli ascolti però, Kilimangiaro Summer Nights ha rappresentato una piccola novità nella malinconica struttura del palinsesti estivi.
E dispiace infine per Carlo Puca. Il giornalista, passato dalla carta stampata al video, non è riuscito a convincere il pubblico della seconda serata di Rai 1. Inchieste troppo pretenziose, obiettivo mai centrato di essere esaustivi su ogni argomento, hanno tolto al nuovo programma BBC-Buono brutto cattivo quell’interesse che invece veniva auspicato nell’immediata vigilia. Buona l’idea di analizzare un evento sotto differenti punti di vista, ma la realizzazione ha invece dimostrato una carenza di innovazione e di creatività.