Il format di Mission prevede che quattro coppie di vip vengano portate nei campi delle missioni umanitarie, dove collaboreranno con i volontari partecipando alle loro attività.
Come spiegato da uno degli autori, Tullio Camiglieri, l’obiettivo del progetto è raccontare attraverso gli occhi di personaggi popolari, parti del mondo dimenticate; utilizzare volti noti del piccolo schermo, permetterebbe al pubblico non solo di identificarsi con loro, ma anche di immedesimarsi con facilità nelle situazioni mostrate.
Il format è completamente italiano e, sempre secondo Camiglieri, si tratta di uno degli esperimenti più avanzati del servizio pubblico.
Tra le accuse di spettacolarizzazione del dolore però, la trasmissione non sta avendo vita facile ancor prima di iniziare. E’ da mesi infatti che rumors e polemiche si susseguono: autori e protagonisti da una parte; spettatori indignati e associazioni umanitarie dall’altra, tanto che ad agosto addirittura, era stata aperta un’interrogazione in Commissione di Vigilanza.
Questo quando ancora non era circolato nemmeno un minuto di girato. Poi il mese scorso è stato diffuso un estratto video con Emanuele Filiberto e Paola Barale; il filmato non è per niente piaciuto a Roberto Fico, Presidente della Commissione Vigilanza, che ha insinuato fosse stato costruito un set cinematografico ad hoc, perché la location tutto sembrerebbe, tranne un campo profughi.
Aiart, l’associazione degli spettatori italiani, ne ha poi chiesto la sospensione e Giancarlo Leone, direttore di Rai Uno, ha risposto che prima di pronunciarsi al riguardo, bisognerebbe aspettare la messa in onda. Gli ha fatto eco Albano, uno dei protagonisti: “avranno pure firmato in migliaia contro Mission, ma gli italiani sono milioni”.
Leone inoltre, ha aggiunto che lo share a cui si mira è intorno al 10%-12%, quindi molto inferiore rispetto alla media di rete. Soprattutto, ha tenuto a precisare, non ci sarà pubblicità perché sarebbe “improprio” interrompere un programma simile con degli spot. Se l’intento è nobile insomma, non lo si può certo svilire con del bieco consumismo.
Il cast è composto da Francesco Pannofino e Candida Morvillo (in Mali), Lorena Bianchetti e Cesare Bocci (in Ecuador), Albano con le figlie Cristel e Romina jr (in Giordania), Emanuele Filiberto e Paola Barale (nella Repubblica Democratica del Congo). Il compenso ricevuto è stato di 700 euro al giorno; secondo il funzionario dell’Unhcr Laura Lucci però, questi soldi non sono un problema perché il personaggio famoso aiuta a diffondere un messaggio il cui ritorno è molto più ampio.
Dopo la prima di domani, la seconda puntata andrà in onda giovedì 12 dicembre. Vedremo se la messa in onda calmerà le polemiche, ma siamo sicuri di essere appena all’inizio.
Mission: le polemiche non si placano
3 Dicembre 2013
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