Breaking Bad quest’anno si è conclusa definitivamente. Trasmessa su Axn e in chiaro da Rai4, è stata acclamata dalla critica e osannata dai fan.
Lo show di Vince Gilligan non ha conosciuto incertezze per cinque stagioni: personaggi complessi, interpretazioni magistrali, una sceneggiatura mai scontata.
Walter White e Jesse Pinkman hanno “cucinato” meth per cinque stagioni e si sono congedati dagli spettatori all’apice della loro parabola narrativa, con un finale che ha avuto il grande merito di non lasciare niente in sospeso.
Homeland. L’agente della Cia Carrie Mathison e l’ex marine Nicholas Brody hanno sospettato l’uno dell’altro, si sono rincorsi, amati, allontanati. Si sono lasciati inghiottire da un sistema più grande di loro, annullandosi completamente in una lotta contro il terrorismo internazionale.
In Homeland i buoni in assoluto non esistono: l’equilibrio è molto labile. A lungo non abbiamo capito se Brody fosse uno dei cattivi, poi ci siamo resi conto che gli agenti della Cia non si facevano scrupoli a sacrificare le vite altrui pur di raggiungere i propri obiettivi.
In un delicato gioco di ricatti e controricatti, arruolamenti, bugie, alleanze, corse contro il tempo, Homeland ha mantenuto ritmi serrati per due stagioni. Nella terza aveva rallentato, con i due protagonisti a chilometri di distanza, salvo poi impennarsi negli episodi finali di stagione.
Scandal e The Newsroom a pari merito. Trasmesse da Rai3 non sono state premiate dagli ascolti, ma rappresentano ottimi prodotti.
Nella prima Olivia Pope, la protagonista, cura il settore comunicazione della Casa Bianca: il suo compito è proteggere l’elite della nazione dagli scandali, tutelarne l’immagine pubblica. Peccato che il presidente abbia una storia proprio con lei, perciò lo scandalo è sempre dietro l’angolo.
La democrazia americana è al centro anche della serie creata da Aaron Sorkin, The Newsroom. Stavolta però da un’ottica giornalistica, più precisamente quella della redazione del notiziario News Night, di cui Will McAvoy è l’anchorman.
Lo show si caratterizza sia per lo spessore dei dialoghi che per la sua compenetrazione con l’attualità della cronaca americana, e forse è stata proprio questa lontananza dalla realtà italiana a non farlo decollare.
Downtown Abbey, di cui Retequattro ha appena iniziato a trasmettere la terza stagione è l’english drama che ha incantato le tv internazionali
La serie in costume inizia il giorno dell’affondamento del Titanic, il 15 aprile 1912, e segue le vicende della famiglia Crawley. Quando i Crawley scoprono che in mare sono morti il cugino del conte, James Crawley, e suo figlio Patrick, erede della loro proprietà, non riescono ad accettare che il nuovo beneficiario sia Matthew, cugino di terzo grado della famiglia e avvocato a Manchester.
La storia intreccia con sapienza anche le vicende della servitù e si avvale di un’accurata ricostruzione storica, sviluppando più plot in contemporanea. Una curiosità: Downtown Abbey è molto amato da Michelle Obama, che lo scorso anno ha chiesto alla produzione di poter vedere gli episodi in anteprima e ha ricevuto tutto il cast alla casa Bianca.
Last cop- l’ultimo sbirro è la serie tedesca che Rai1 trasmette in estate con successo. Per due stagioni ha salvato le sorti della prima serata della rete. La serie tedesca rappresenta uno dei prodotti di punta sotto il solleone e non si è mai capito perchè Rai1 non ne continui la programmazione anche nel corso dell’anno. La storia del poliziotto che si risveglia dopo 20 anni dal coma e riprende il suo lavoro a ritmi per niente rallentati, è scritta, diretta e realizzata con grande cura e minuzia di particolari. Un piccolo gioiello non sufficientemente valorizzato.