”Grazie dei fiori”, una beguine di Serafini, Panzeri ,Testoni, viene portata al successo da Nilla Pizzi, un pezzo di ragazzona , florida e bella, nata nell’aprile del 1919 a Sant’Agata Bolognese , un paesotto in provincia di Bologna, scomparsa nel 2011. Quella giunonica campagnola di grande ambizione e volontà, dalla voce intonata e dai toni alti , di forte personalità diventerà poi la regina della canzone . Con lei a dividersi quella corona il reuccio, il famoso Claudio Villa un romano vero di Trastevere.
Quell’evento del 1951 fu un successo decretato dal pubblico radiofonico ed è diventato da allora, un evento mediatico di risonanza internazionale. La direzione dell’orchestra di quegli anni fu del maestro Cinico Angelini, in coppia nella seconda edizione con un giovane di grande futuro e già celebrato Armando Trovajoli, anche lui un grande esperto di jazz, e del maestro Pippo Barzizza di Sanremo, padre di Isa, soubrette bella e talentuosa che divenne molto popolare in alcune fiction di successo.
La storia del festival non è stata sempre felice, ha vissuto periodi di crisi profonda, litigi acerrimi degli organizzatori privati, che allora organizzavano la rassegna, Ravera, Radaelli, Aragozzini, professionisti del settore, lotte discografiche,il grande Ladislao Sugar fu il mentore discografico, capì immediatamente la potenzialità di quelle canzonette , furono il primo business discografico di quell’epoca con una vendita il primo anno di circa 70 mila copie. Si parlò di brogli, combine, querele per copiature dei testi e della musica, carte bollate, poi alla fine quei motivi inediti sono stati il deterrente per raggiungere il successo che si è ripetuto negli anni.
Non sono mancati episodi drammatici che segneranno tristemente il festival , il 26 gennaio del 1967, la morte suicida all’Hotel Savoy di Corso Imperatrice del cantautore di scuola genovese Luigi Tenco, aveva solo 29 anni era di Cassine, in provincia di Alessandria. Un cantautore colto e fantasioso, passione e sentimenti, un talento che precorreva troppo i tempi , l’anno dopo ci sarà infatti il nostro ‘68.
Dieci anni anni prima , ci fu il boom canoro mondiale. Su quel piccolo palco del Salone delle Feste, arrivò un uomo del Sud , voleva fare l’ attore, era un fenomeno musicale e canoro. Quel cocciuto pugliese voleva volare, iniziò così la storia di un mito, quello di Domenico Modugno , il caposcuola più talentuoso della schiera dei nostri cantautori . Esplose letteralmente, volando con le braccia alzate verso la libertà . Quella volta la commozione prese tutti noi, sentimmo che qualcosa stava profondamente cambiando . Quel formidabile “Nel blu dipinto di blu,” un inno alla vita commosse il mondo . Era nata la leggenda di Mister Volare. Mimmo rivoluzionò letteralmente il panorama della nostra musica , sbaragliò tutti e si impose nel mondo con quel brano, con le parole di un altro sconosciuto, dopo famoso autore Franco Migliacci. Quel brano, fu la grande botta di novità, un’aria fresca di libertà spezzò, infranse per la prima volta la tradizione conservatrice e melodica, anche sdolcinata della tradizione musicale italiana.
Quell’ istante trasformerà il Festival in una manifestazione di massa, centinaia di giornalisti e fotografi, la radio,la televisione lo portò nel mondo , segnando il passaggio dall’artigianato alla industria del disco.
Per la prima volta si mosse l’attenzione delle Major americane , la Decca una delle più forti, si appropriò i diritti e vendette milioni di dischi. Quel Volare, un brano italiano, fini’ per cinque settimane primo nelle hit degli USA, vinse i famosi Grammy, gli Oscar della musica. Da lì il viaggio di Volare prosegui’ nel mondo intero, è stato inciso da Louis Armstrong,i Platters, Frank Sonatra, Sammy Davis,Ella Fitzgerald,Dean Martin,Bobby Rydell, Barry White, Ray Carles ,gli U2 e tanti, altri ancora. E’ stato tradotto in circa 20 lingue e ha venduto la cifra record di circa 80 milioni di copie. E Raifiction, lo scorso anno, ha mandato in onda anche una misierie dal titolo proprio Volare, interpretata da Beppe Fiorello, nel ruolo del protagonista. Fu un prodotto da più di dieci milioni di spettatori.
“Perchè Sanremo è Sanremo”. Pippo aveva ragione.
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