Abbiamo così ascoltato dalla voce di uno dei protagonisti, come sia stato possibile per lui e i suoi colleghi arrivare fino al teatro Ariston. Gestito con la consueta professionalità dei due padroni di casa, l’ospite ha raccontato tutti i particolari della vicenda. Diciamo innanzitutto che la protesta era a nome dei lavoratori dei consorzi del bacino di Napoli e Caserta. Un momento che Fazio ha cercato di liquidare nel minor tempo possibile facendo un acccenno alla dignità del lavoro e leggendo qualche brano della lettera che gli era stata consegnata. Successivamente, il conduttore è tornato a parlare di musica e di festival perchè la manifestazione, ha commentato, è un momento di leggerezza di cui il pubblico non deve essere privato. E già questa è una risposta di una irriverenza insopportabile.
Ci sono state molte polemiche sulla presenza di Sollazzo e dei suoi colleghi che sarebbero stati invitati a restare a Sanremo dal programma di Rai1 La vita in diretta con l’obiettivo di averli come ospiti in esclusiva. Il contenitore si sarebbe offerto di pagare per loro un albergo a quattro stelle. Naturalmente Giancarlo Leone ha smentito con forza queste indiscrezioni, rivelando di aver dato disposizioni a non invitare i protestatari in nessun programma di Rai1.
Antonio Sollazzo, che ha avuto solo spazio sulla carta stampata, ha potuto così, grazie a Un giorno da pecora, far sentire la propria voce. Ha spiegato che si è trattato di un gesto estremo dettato dalla indifferenza dello Stato nei confronti dei lavoratori senza stipendio da ben 16 mesi. Ha detto che il viaggio a Sanremo è stato possibile grazie ad una colletta organizzata da loro stessi e ha sottolineato come si sia voluto puntare l’attenzione sul loro caso, in una trasmissione di grande ascolto, visto il fallimento di qualsiasi altro tentativo.
A dare fastidio è stato l’atteggiamento di Fabio Fazio che ha voluto liquidare la protesta e lo stesso comportamento di Giancarlo Leone. Sarebbe stato meglio dare finalmente voce alla sacrosanta protesta di chi non sa come andare avanti. Concentrare l’atttenzione sui problemi italiani non significa leggere solo una letterina scritta dagli autori del Festival in cui sono elencati danni e disastri made in Italy con il fine di strappare applausi ma non richiamare l’attenzione delle autorità e dello Stato.
L’intervento di Antonio Sollazzo ad Un giorno da pecora si è svolto nei limiti della correttezza: non è invece accaduto in tutte le altre trasmissioni televisive legate al Festival di Sanremo