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“E’ già tanto essere qui – ha dichiarato molto emozionato e commosso il regista livornese – Siamo questa strana etnia noi italiani, alterniamo scoramento e glorie, abbiamo celebrato la morte del cinema italiano e ora si trionfa con tanti premi. Ringrazio e sono felice di far parte di questa strana, buffa, eroica e valorosa comunità. Ci tenevo poi a festeggiare Paolo – ha continuato, con una frecciata scherzosa, riferendosi a Sorrentino. – Sono contento che abbia preso almeno l’altro premio. Adesso andiamo a festeggiare, ma lo avremmo fatto anche se avesse vinto Sydney Sibilia”.
Ma forse il regista de La Grande Bellezza, Paolo Sorrentino, non avrà avuto tanta voglia di festeggiare con il collega toscano: lui, scaramantico napoletano, si era fatto scappare un sorriso trionfatore portandosi a casa il David per la miglior regia, ossia il penultimo tra i premi assegnati nella lunga cerimonia trasmessa in diretta su Rai Movie e poi ritrasmessa la sera dopo le 23.00 su Raiuno. A presentarla l’originale coppia, un impacciato Paolo Ruffini (oh… un altro Paolo, come Sorrentino e livornese come il trionfatore, i Paoli abbondano), protagonista di tantissime gaffe e troppo desideroso di far ridere (sul palco è stato rimproverato bonariamente dal concittadino Paolo Virzì per l’uso troppo disinvolto del livornese, simpaticamente deriso da Valerio Mastandrea e prima ancora sbeffeggiato da Sophia Loren che lui, con un umorismo dissacrante ha definito tra l’altro “una bella topa”) ed una spigliata e raggiante Anna Foglietta, con il pancino di futura mamma in vista sotto l’abito da sera.
E’ alquanto strano e surreale che La Grande Bellezza non abbia vinto questo Oscar nostrano. Quanto a Il Capitale Umano, vero vincitore in termini di interpretazioni, dei 7 premi ben 3 vanno ai performer: la magnifica Valeria Bruni Tedeschi miglior protagonista, che ha ringraziato Virzì (“che mi ha raccolto, mi ha guardato ed ha accettato tutti i miei difetti, e poi ringrazio tutti gli amici che mi sopportano, i miei zii, i miei genitori, i miei figli…”) Fabrizio Gifuni (“Questo premio lo voglio dedicare a Maria e a Valeria e a Sonia e a tutte le ragazze e i ragazzi che iniziano a fare questo lavoro meraviglioso” e Valeria Golino migliori non protagonisti, ha strameritato il premio alla sceneggiatura (Virzì con Francesco Piccolo e Francesco Bruni) e al montaggio nella persona di Cecilia Zanuso.
La serata delle premiazioni, andata un po’ per le lunghe, ha strappato qualche risata: ad esempio Pif (ovvero Pierfrancesco Diliberto), premiato da un altro grande regista, Gabriele Salvatores, come miglior regista esordiente e anche con il David Giovani, per il film La mafia uccide solo l’estate ha dichiarato: “Ora dopo questo premio non mi resta che ritirarmi o girare ‘La camorra uccide solo d’inverno’. Ho realizzato questo film senza pagare il pizzo… a dimostrazione che potete venire tutti a Palermo a girare e non pagare i mafiosi”. E poi sempre Pif ha avuto il coraggio di dire ad Abete, che la rappresentava, che la BNL, sponsor del David Giovani, si era rifiutata di produrre il suo film.
Ma anche le emozioni non sono mancate: due su tutte: l’omaggio al compianto Carlo Mazzacurati (scomparso prematuramente lo scorso gennaio e in sala erano presenti la moglie e la figlia) e a Sophia Loren (David Speciale) premiata dal figlio Edoardo Ponti: “E’ il più bel momento della mia vita” – ha dichiarato la bellissima attrice napoletana, elegantissima – “Volevo fare da anni La voce umana di Cocteau ed ora che l’ho fatto, diretta da mio figlio, sono felicissima”. Edoardo ha replicato alla mamma: “E’ così raro trovare una persona come mia madre che osa ancora rischiare e mettersi in gioco dopo tutto il successo che ha avuto”.
Standing ovation per tutti, incluso per il regista Francesco Rosi, premiato da Michele Placido. Gli altri tre David speciali (erano in totale 5) sono andati al produttore-distributore Andrea Occhipinti della Lucky Red (che si è conquistato anche il miglior film dell’Unione Europea, Philomena, di Stephen Frears), al musicista recentemente scomparso Riz Ortolani (ha ritirato il premio la moglie Katina Ranieri) e al regista Marco Bellocchio, che il mese scorso è stato onorato di una personale al Moma di New York, premiato dall’attore Filippo Timi, in un completo marrone. Finalmente tra tanti abiti scuri, attrici in lungo, uomini in smoking, uno fuori dal coro.
Come miglior attore protagonista è stato premiato Tony Servillo per il film La Grande Bellezza, ma l’attore non era presente. L’assenza si è notata. Nessun David invece al bellissimo film Smetto quando voglio dell’esordiente Sydney Sibilia, che aveva svariate nomination, tra cui gli attori Edoardo Leo, protagonista del film, Valerio Aprea, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, migliori attori non protagonisti.