L’appuntamento è alle 21.10 su Sky Arte HD (canale 120 e 400 di Sky). La prima delle sette puntate previste, è andata in onda lo scorso 8 luglio.
La singolarità è che il protagonista è Warwick Davis, nel ruolo di se stesso. Davis è un nano e l’impostazione del telefilm è quella di un finto documentario sulla sua vita d’attore (è stato Evok in Guerre stellari, ha recitato in Harry Potter, in Extras, nella Guida galattica per autostoppisti).
Davis è sull’orlo del fallimento: la moglie lo ha lasciato perché lui pensava di poter trovare qualcosa di meglio, la sua carriera è ferma, e anche l’attività dell’agenzia “Dwarves for hire” (Assumi un nano), di cui è titolare, non va a gonfie vele. Inoltre ha un forte debito con il fisco britannico perché il suo commercialista e migliore amico è incapace a fare i conti.
Con l’umorismo cinico che è la cifra stilistica di Gervais, ma mantenendo un costante sottofondo di ottimismo e vitalità, la serie mostra le frustrazioni che Davis è costretto ad affrontare quotidianamente. Nella puntata di questa sera, Warwick decide di fare le scarpe ad Anthony, presidente dell’associazione che tutela i diritti dei nani. Ma anche in questo caso i suoi piani si scontrano con esilaranti e assurdi colpi di scena.
Gli ideatori della serie Ricky Gervais e Stephen Merchant non mancano di fare un’apparizione nella serie interpretando loro stessi. Ed è spesso a loro che Davis si rivolge per aiuto e consigli, mentre viene preso in giro, maltrattato e a volte persino messo nei guai. Tuttavia Davis non è uno stinco di santo, è meschino, vanitoso e, appena può, servile coi potenti e cattivo con i più deboli.
Nella prima puntata c’è stato come guest star Liam Neeson paranoico depresso che voleva recitare copioni divertenti. Nella seconda puntata c’è Johnny Depp stupido e vanaglorioso che deve diventare nano nel nuovo film di Tim Burton, nella terza puntata una dispotica e malvagia Helena Bonham Carter e Sting, ospite del settimo episodio, in cui organizza cene di beneficenza per costringere i suoi ospiti ad ascoltare i suoi micidiali e noiosissimi strumenti medievali.
Secondo Gervais, Life’s too short è “una commedia naturalista, che si occupa dei problemi della vita di tutti i giorni, delle nostre fobie, dei tabù sociali”. Una commedia in cui il tabù diventa la normalità e, una volta infranto, provoca risate a profusione.
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