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Prendendo spunto dai mondiali, mostrerà il “dietro le quinte” di questo grande avvenimento che coinvolge ogni quattro anni, l’interesse planetario. In primo piano le favelas e la miseria in cui vive gran parte degli abitanti del Brasile, ma soprattutto sarà messo in evidenza l’impegno di Action Aid, un’organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della povertà.
La particolarità del programma consiste nella presenza di dodici bambini italiani (sei maschi e sei femmine) scelti dalla sezione italiana dell’Action Aid tra le città di Reggio Calabria, l’Aquila e nella periferia multi-razziale di Torino. Il loro compito è stato di essere “inviati” sui luoghi brasiliani per poter poi descrivere alla loro maniera le realtà degradate del continente sud- americano.
Il gruppo dei dodici inviati è stato accompagnato in Brasile all’inizio dei Mondiali di calcio. Qui ha incontrato sei giovanissimi coetanei che vivono in posti di frontiera. Insieme hanno viaggiato per due settimane alla scoperta delle realtà più nascoste e meno note dei luoghi visitati. Naturalmente hanno vissuto il clima euforico dei mondiali di calcio e sono stati essi stessi sui campi di gioco: infatti ogni giorno si sono allenati. E lo hanno fatto in una maniera inconsueta: cercando di penetrare fino in fondo le tante contraddizioni che hanno caratterizzato l’evento calcistico in terra brasiliana, a cominciare dalle proteste e dagli scioperi che si sono avvicendati nei giorni antecedenti il calcio d’inizio di Brasile 2014.
I ragazzini sono stati accompagnati e guidati da Enrico Bertolino che è molto legato al Brasile perchè oltre ad avere legami di parentela, ha realizzato una scuola di calcio per i bambini di Pititinga. Accanto a lui c’è il tecnico Aldo Montinaro che ha una concezione dello sport molto differente da quella in voga oggi: infatti privilegia l’aspetto ricreativo- educativo dei ragazzi e non pensa affatto all’aspetto business a cui il calcio ci ha purtroppo abituati.
I ragazzi italiani hanno incontrato anche Cesare Prandelli e la squadra italiana, prima che venisse eliminata e hanno conosciuto il noto chef brasiliano Cesar Santos che ha preparato dei piatti della tradizione locale utilizzando ingredienti base ad un prezzo accessibile anche alle fasce più degradate della popolazione.
Il programma si conclude con la sorpresa finale: una partita di calcio Italia- Brasile giocata dai dodici bambini italiani e dai coaetei brasiliani. Una festa dello sport all’insegna dell’amicizia e del rispetto delle regole: un insegnamento che i più piccoli danno ai grandi giocatori che ancora oggi, purtroppo, sui campi di calcio aggrediscono gli avversari. Il morso di Sanchez a Chiellini è stato un fatto sconvolgente da non dimenticare, come la testata di Zidane a Materazzi nel Mondiale del 2006.