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Un medico, un monaco e una contadina, sono i personaggi attraverso i quali lo scrittore britannico racconta la diffusione del morbo in tre diverse città europee: Firenze, Winchester e Walsham. Il documentario è stato girato in prima persona dallo scrittore che ha visitato i luoghi attarverso i quali conduce gli spettatori.
Il racconto di Follett questa sera comincia nell’ottobre del 1347, quando cominciarono a manifestarsi i primi segni della peste. I marinai di una piccola flotta genovese di ritorno dalla Crimea avevano contratto una malattia sconosciuta. Questo bastò per la diffusione del morbo in tutta Europa. Nel marzo del 1348 era alle porte di Firenze dove un medico, Francesco Gerini, nell’ospedale di Santa Maria Nuova, prescriveva pozioni di erbe comuni e usava sanguisughe per estrarre i veleni dal corpo. Il metodo era inefficace perché Gerini, come tutti i medici europei, non conosceva le forme di contagio. I luoghi di Firenze che oggi possono documentare la peste sono il cimitero di Santa Maria Nuova, dove sono sepolte le persone che morirono di peste nera e la chiesetta di Sant’Egidio, come vedremo nella puntata di questa sera.
{module Google richiamo interno} Il morbo uccise metà della popolazione di Firenze e continuò il suo viaggio di morte.
Dopo aver devastato l’Italia, arrivò in Francia e da qui giunse nel sud dell’Inghilterra a Winchester, una delle più ricche città inglesi. Là, il monaco Ralph Destonton, assisteva i malati, li confortava, li confessava e a differenza di molti che lasciarono la città, decise di restare.
Il viaggio prosegue con racconti di storie personali delle popolazioni colpite. Nell’Inghilterra orientale, nel villaggio di Walsham, nella primavera del 1349 la famiglia Cranber venne decimata. Olivia e la sorella Hillary rimaste sole ereditarono una grande fortuna. Allevarono bestiame e lo esportarono. Un anno dopo le due donne possedevano sedici mucche e più di cento pecore. Intanto i lavoratori inglesi divennero più forti. Sapevano che la peste aveva decimato la forza lavoro e che potevano chiedere di più. Così la peste, considerata a ragione un flagello epocale, fu anche un elemento di novità e di trasformazione dell’ordine sociale e politico medievale. Molti sopravvissuti ereditarono denaro e iniziarono a spenderlo investendo in nuove attività. Alcuni si opposero allo sfruttamento dei conti e dei baroni. Molti medici iniziarono a studiare l’anatomia umana, indagando le cause del contagio e opponendosi alla Chiesa che proibiva la dissezione dei cadaveri.
Cominciava a profilarsi un mondo nuovo.
Il programma è realizzato nell’ambito di Rai Cultura.