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Ma al di là dei titoli, c’è un’atmosfera di grandissimo fermento a La7: Giovanni Floris ha capito, forse con un po’ di ritardo, la grande importanza del suo trasferimento sulle rete di Urbano Cairo. Il martedì avrà contro Massimo Giannini suo successore a Ballarò. Rai 3 è intenzionata a mantenere il primato di ascolti in quella fascia oraria che ha raggiunto anche il 20% di share in occasione di puntate particolarmente importanti come quelle in concomitanza di elezioni politiche o di fatti della politica di rilievo assoluto.
Sarà guerra senza esclusione di colpi. Massimo Giannini, avendo partecipato molto spesso a Ballarò, nel corso della gestione Floris, ha una buona conoscenza delle dinamiche alla base del talk show. Sembra questa la motivazione della scelta fatta dal direttore di rete Andrea Vianello. Scelta che ha suscitato un mare di polemiche: in un periodo di spending review e di risparmi all’osso, ci si permette il lusso di ingaggiare nella squadra un giornalista esterno e di pagarlo profumatamente. E tra i primi a protestare è stato l’Usigrai. C’è totale silenzio sul cachet di Giannini. Indiscrezioni, non confermate, sussurrano di un compenso che oscillerebbe tra i 400 e i 450 mila euro all’anno. Anche se così fosse, si dice a viale Mazzini, sarebbe sempre un compenso notevolmente inferiore a quello percepito da Giovanni Floris negli anni in cui ha condotto Ballarò.
{module Google richiamo interno} Così, mentre Rai3 confida nell’affezione dei telespettatori al format, La7 pensa a proporre un talk show dai connotati accattivanti soprattutto per quando riguarda la scenografia che sarà totalmente differente da quella di Ballarò. Molto più ampia e sofisticata, con uno studio che promette di aprirsi a 360 gradi sugli ospiti e sul conduttore, dando la sensazione degli spazi e della profondità.
Tutto questo per evitare un clone di Ballarò con tutti i rischi che una operazione di questo tipo potrebbe avere. Ma di Ballarò si manterranno alcuni punti cardine come l’interesse alla politica e all’attualità, i sondaggi di Pagnoncelli e la copertina di Maurizio Crozza.
Al telespettatore, insomma, dovrà sembrare di essere materialmente presente nell’ambiente in cui si svolge il dibattito. Anche la striscia quotidiana di venti minuti che andrà in onda dal lunedì al venerdì prima del tg delle 20 di Enrico Mentana, avrà una connotazione particolare. Tutto sarà insomma molto tecnologico e molto dispendioso.
Floris andrà in onda dal nuovo studio, ospitato negli studi Elios di via Tiburtina, per l’allestimento del quale stanno lavorando lo scenografo Marco Calzavara, il fotografo Michele Mignanelli e il regista Duccio Forzano.