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Avrete sicuramente capito che stiamo parlando di Tutto il calcio minuto per minuto, forse la più popolare trasmissione radiofonica dedicata al campionato italiano di calcio, ideata nel 1959 da Guglielmo Moretti, all’epoca capo della Redazione sportiva, Roberto Bortoluzzi, che ne divenne il conduttore, e Sergio Zavoli, all’epoca capo della Redazione radiocronache. Negli anni d’oro della trasmissione, non essendoci ancora la concorrenza tv, negli anni ’70 ed ’80, ha toccato punte di 25 milioni di ascoltatori.
Il debutto ufficiale di Tutto il calcio minuto per minuto risale, data storica, al 10 gennaio 1960, ma già nel 1959 furono messe in onda trasmissioni sperimentali. Alle 15.15 di quella domenica di gennaio 1960, il pubblico degli sportivi doveva assolutamente accendere la radio, collegandosi con il Programma Nazionale, ora Radiouno Rai. Anche i tifosi che erano sulle gradinate dello stadio o che avevano portato con sé uno di quei giocattoli a transistor, avevano finalmente qualcosa da ascoltare. Alle 15.15 la redazione sportiva delle radiocronache offriva l’attesa “prima” di Tutto il calcio minuto per minuto, la trasmissione che intendeva far partecipare gli ascoltatori, simultaneamente, alle vicende di tutte le partite del campionato di calcio, nel vivo del loro svolgersi sui vari campi d’Italia. Era, per quei tempi, una trasmissione difficile, complessa e che, per la prima volta, veniva presentata in via sperimentale: non poteva non giungere gradita agli appassionati dello sport forse più popolare d’Italia.
{module Google richiamo interno} Tutto il calcio minuto per minuto svecchiava l’antica formula della “radiocronaca del secondo tempo”, inaugurata da Nicolò Carosio ventisei anni prima, nel 1934, e rimasta inalterata fino a quel 10 gennaio 1960, ma senza volerla assolutamente mettere da parte. La trasmissione diretta della radiocronaca di una partita si era dimostrata una delle formule più vive del giornalismo radiofonico e anche allora conservava, più che mai, la sua validità. Se allora si volle cambiare, non era per dare qualcosa di meno, ma per dare qualcosa di più, non era per distruggere, ma per integrare. Non più la semplice radiocronaca di una partita, sia pure scelta ogni volta fra le più importanti in cartellone, ma la radiocronaca di una partita arricchita, e movimentata, da brani di cronaca diretta di altre quattro o cinque partite che si disputavano nella stessa domenica in Italia. E da rapidi, ma succosi consuntivi su quanto avveniva in tutti gli altri campi di serie A ed, eventualmente sui più importanti di serie B.
La trasmissione partiva da Milano, ed iniziava con il fischio di chiusura del primo tempo: dieci minuti prima, quindi, dell’antica radiocronaca, il cui inizio coincideva con il fischio di apertura del secondo. A Milano, in uno studio del giornale radio, collegato con tutti gli stadi italiani, c’era Roberto Bortoluzzi, radiocronista pilota per tutta la serie dei collegamenti, e praticamente regista della trasmissione: dotato di un potere discrezionale che gli consentiva come meglio credesse, a seconda dell’opportunità e dell’attualità del momento, la successione e la durata di tutti gli interventi esterni.
Aperta la trasmissione, annunciata qual era la partita scelta per la radiocronaca – base e quali le altre quattro o cinque partite scelte per i collegamenti dal vivo, Bortoluzzi dava la linea ai vari radiocronisti “periferici”, fissando ad ognuno il tempo a sua disposizione. Con una rapida panoramica di quattro o cinque minuti, il pubblico era così aggiornato su tutto quello che era successo durante il primo tempo nei singoli stadi. Per le partite che erano rimaste escluse dall’attribuzione dei collegamenti, provvedeva lo stesso radiocronista “pilota”, fornendo le notizie che gli giungevano in continuazione. Poi la linea passava allo stadio dove si svolgeva la partita più importante della giornata, scelta per la radiocronaca base.
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Era ancora la classica trasmissione della radiocronaca del secondo tempo, affidata ancora alle classiche voci di Nicolò Carosio e di un giovanissimo Nando Martellini alternativamente: ma non sarebbero stati 45 minuti consecutivi di cronaca, come avveniva prima. Il coordinatore aveva il compito di sospendere la radiocronaca una, due, tre volte, passando la linea, in rapida successione, ai radiocronisti distaccati sugli altri campi. In caso di necessità, o quando il risultato della partita “principale” sembrava ad un certo punto acquisito, il coordinatore poteva addirittura sospendere la radiocronaca – base di una partita per smistarla a un’altra partita che si presentava ancora animata, e in grado di tenere in sospeso ascoltatori e tifosi fino allo scadere dei 90 minuti. Se in uno degli altri campi dove era piazzato il radiocronista si verificava un finale giallo, un’invasione del campo, un episodio in qualsiasi modo interessante per il pubblico, il regista della trasmissione non doveva far altro che spostare una spina e la cronaca diretta dell’episodio giungeva a tutti.
Alle 16.15 le partite sarebbero dovute terminare in tutti i campi d’Italia, ma la trasmissione era ancora in pieno svolgimento. Il regista lasciava che il radiocronista della partita principale concludesse il proprio discorso, facendo un rapido commento dell’incontro che si era svolto sotto i suoi occhi: dava poi il via ad una più ampia carrellata per gli interventi di tutti gli altri radiocronisti esterni che presentavano il loro consuntivo. La linea, infine, tornava ancora a Milano, dove Bortoluzzi informava i radioascoltatori di tutti gli altri risultati di serie A e, possibilmente, di serie B, con punteggi, segnatori dei singoli gol, le azioni, le caratteristiche salienti dei vari incontri e chiudeva finalmente la lunga trasmissione di un’ora e un quarto.
Roberto Bortoluzzi condusse Tutto il calcio minuto per minuto per ben 28 anni consecutivi, un vero record, fino al suo pensionamento, avvenuto nel 1987. Il programma fu condotto dapprima da Massimo De Luca, poi da Alfredo Provenzali e, ultimamente, da Filippo Corsini. Alla trasmissione, che ancora oggi accompagna i pomeriggi domenicali di molti sportivi italiani, sono legati nomi storici della radiocronaca come Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Beppe Viola, Everardo Dalla Noce, Carlo Nesti, Riccardo Cucchi, Bruno Gentili, Livio Forma, Italo Moretti, Luca Liguori, Piero Pasini, Italo Gagliano, Marcello Giannini e tanti altri.
Il 10 gennaio 2010 la trasmissione ha festeggiato mezzo secolo di calcio alla radio e quattro voci storiche sono tornate al microfono: Claudio Ferretti, Enzo Foglianese, Ezio Luzzi e Nicoletta Grifoni.