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Il gambero fu una mitica trasmissione radiofonica, condotta inizialmente da Enzo Tortora, con la regia di Beppe Recchia. Un quiz alla rovescia, come appunto cammina il gambero, in onda la domenica alle 13, fino alle 13.30, con replica le sera alle 21. Ebbe subito un grande successo e la formula era per quei tempi “rivoluzionaria”, considerato il conformismo imperante nella Rai dell’epoca.
Andava in onda dagli studi radiofonici di Milano e all’inizio del gioco, ad ogni concorrente (ad ogni puntata c’erano tre concorrenti che gareggiavano distintamente, uno dopo l’altro) veniva consegnato un milione di lire e un grosso gambero di cartapesta aleggiava sulle spalle del conduttore, dimezzando la cifra ad ogni risposta sbagliata, ridendo in senso di sberleffo o ringhiando se il concorrente rispondeva esattamente. La risata del gambero era quella dell’attore Sante Calogero.
{module Google richiamo interno} Il gambero, dunque, era un quiz, o come diceva il sottotitolo del programma, un quiz alla rovescia piuttosto rivoluzionario e, a suo modo, perfido. Perfido, ma giusto, danaroso ma avaro. Perché elevare il gambero a simbolo quasi culturale, a esponente della gloriosa serie dei quiz? Perché a quei tempi si usava dire che Caio o Mevio procedevano “a mò dei gamberi” e cioè andavano indietro.
Il quiz era così congegnato: sotto un grande gambero di cartapesta rossa, nell’Auditorio G di Milano, uno dei pochi, se non forse l’unico con poltrone per il pubblico partecipante, c’erano Enzo Tortora ed un concorrente. Tortora regalava virtualmente un milione di lire al concorrente, che ne diveniva a tutti gli effetti legittimo proprietario. Solo che Tortora spiegava poi all’interdetto partecipante che doveva sottoporsi ad una piccola prova di capacità.
Prima di portarsi via il milione, il nostro concorrente così “sfacciatamente” beneficiato, doveva sottostare ad alcune piccole prove cui il gambero lo sottoponeva. Piccole prove, domandine, quelle che dovrebbero sapere tutti,o che tutti credono di sapere e ricordare. Per esempio: chi arrivò per primo al Polo Sud, come si chiamava la moglie di Teodorico, quante sono esattamente le ruote del lotto, la capitale della Rhodesia. Domande in apparenza facili, ma spesso difficili da ricordare.
Ed ecco la vera essenza del gambero: Tortora, ad esempio, chiedeva come si chiamasse la moglie di Teodorico; se il poveretto entro un minuto non dava la risposta esatta, il gambero si faceva dare indietro immediatamente mezzo milione, subito subito.
Il concorrente rimaneva con mezzo milione in tasca perché l’altro mezzo era sfumato, “inghiottito” dal gambero. Tortora incalzava e magari chiedeva il cognome di Balilla, che non era fascista, ma si chiamava G.B. Perasso. Il concorrente non lo sapeva? Il gambero si faceva dare indietro altre 250.000 lire. Così dal milione iniziale, per sette volte, sempre dimezzando, se il concorrente non avesse saputo rispondere a nessuna delle domande, si riduceva sul lastrico con una miseria finale di 7500 lire.
Se il concorrente, al contrario, era bravo o bravissimo, tutte le volte che questo rispondeva esattamente, il gambero non gli portava via nulla, anzi ci rimaneva male e ringhiava. Il gambero non perdonava, ma era anche giusto, e non puniva chi sapeva rispondere, ma quanti furono quelli che uscirono con il milione intatto? Beh, alcuni ce ne furono.
Un quiz, divertente da seguire, perché le domande erano oneste, piccolo-borghesi, alla portata di tutti.
Enzo Tortora, in quegli anni, era stato relegato alla radio a causa di una prima polemica con i dirigenti della televisione, ma rimaneva, nonostante tutto, sempre popolare e contribuì al successo della trasmissione che, quando lui fu allontanato anche dalla radio, venne affidata prima a Mascia Cantoni e poi a Franco Nebbia, che condusse Il gambero fino alla fine. Il regista storico, dopo le prime regie di Beppe Recchia, fu Mario Morelli. Il programma andava in onda tutto l’anno, estate compresa, per nove anni, come dicevamo, dal 1967 al 1976 e senza cambiare schema. Solo nell’ultima stagione, complici le emittenti radiofoniche private che si stavano affermando, ci fu l’introduzione delle telefonate da casa da parte di ascoltatori che aiutavano il concorrente in difficoltà ottenendo anch’essi un premio.
Dopo due anni d’assenza, nel 1978, Il gambero riprese le sue trasmissioni con la conduzione di Arnoldo Foà, con la regia di Roberto D’Onofrio, e quindi di Renzo Palmer, fino al 1980. Nel 2000, dopo vent’anni di assenza, Il gambero è stato riproposto in versione aggiornata con il montepremi in euro sempre la domenica sul secondo programma radiofonico Rai con la conduzione di Barbara Palombelli.