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In attesa della classica “chiamata” dalla Rai Pippo ritorna a teatro.
Come mai la decisione di fare teatro quest’anno? E la tv?
“Mi prendo una vacanza. Mi voglio divertire perché, lo sapete, senza far niente non ci so stare. Aspetto sempre che la televisione si muova, che mi offrano un programma che faccia al mio caso, perché il mio mestiere resta sempre e comunque la tv”.
Infatti ora la vedremo in televisione, ma in quella di San Marino.
“E’ vero. Per lavorare sono dovuto andare all’estero, a San Marino. Conduco un programma in dieci puntate, dove ho intervistato vari personaggi dello spettacolo tra cui Pupi Avati e addirittura la figlia di Totò”.
Rimanendo in tema di televisione, che ne pensa di questo Festival di Sanremo a conduzione Carlo Conti?
“Per Carlo Conti i tempi erano maturi per condurre il Festival di Sanremo. Sono contento per lui. In un’intervista ha detto che si ispirerà a me nel presentarlo, e come direttore artistico a Gianni Ravera, gran patron di passate edizioni. Ma io sono dell’avviso che la fortuna di un Festival, a prescindere dalla conduzione più o meno discutibile, è data dalle canzoni: l’importante è portarsi a casa perlomeno due o tre canzoni che rimangono nella mente della gente. Alcune canzoni dei miei Festival ancora oggi si ricordano, così non si può dire per gli ultimi Festival. Oggi mancano le belle canzoni che si ricordino negli anni”.
Se la invitassero a presentare il prossimo Festival di Sanremo, accetterebbe?
“Certo, non rifiuterei. Ho condotto 13 Festival, numero fortunato, punto al 14°. Prima di morire mi capiterà di condurne un altro. Sarà il mio lasciapassare per l’addio”.
Ora è a teatro, ma la sua vera passione è la tv. Le manca visto che da un po’ non la si vede più con frequenza?
“Sarei un ipocrita se dicessi che non me ne frega più niente. Purtroppo oggi la tv sta annaspando, mancano le idee. C’è l’abitudine di portare format stranieri, in questo modo non si fa altro che impoverire la nostra creatività. E’ umiliante per chi vuole fare televisione in Italia”.
E lei che programma vorrebbe fare?
“Vorrei portare gli italiani a scoprire l’Italia. Ad esempio quel Pechino Express poteva svolgersi in Italia. I concorrenti avrebbero potuto percorrere in lungo e in largo la nostra bella Penisola. E’ di moda andare in vacanza all’estero, per esempio alle Bahamas, senza magari sapere che le Egadi e le Eolie sono la stessa cosa”.
Ma torniamo allo spettacolo teatrale, Sistina Story. Di che si tratta?
“Sarà un viaggio attraverso il tempo, fra i fasti di questo teatro e la vita vera, tra momenti lieti e cupi. Uno spettacolo-documentario composto da partiture musicali eseguite da un’orchestra di oltre 20 elementi, da balletti e da monologhi e racconti che affronteranno la realtà cinematografica, politica e di costume. E ci sarà anche l’ironia di Montesano. Verranno ricordati spettacoli che hanno avuto grosso successo come Aggiungi un posto a tavola, Ciao Rudy, Rugantino, e verranno riproposte canzoni che hanno fatto il giro del mondo. Il mio ruolo sarà quello del narratore per raccontare una favola, ossia le pagine più belle di questo glorioso teatro, insieme ad Enrico Montesano che avrà il ruolo che gli compete, quello dell’attore”.
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Si ripercorrerà, dunque, la storia del Sistina, ma anche la storia italiana
“Certo; a seconda dei grandi successi che rievocheremo, sullo sfondo scorreranno le immagini dei vari momenti storici italiani: dalla Dolce vita a Tangentopoli, dagli anni di piombo alle elezioni dei vari presidenti della Repubblica. Per il pubblico non sarà solo un ripasso delle glorie spettacolari, ma anche dei fatti più importanti che hanno segnato la vita del nostro Paese. Vedrete, sarà un bello spettacolo. Non vi deluderemo. Anzi, sarà uno spettacolo divertente, ma anche ricco di emozione, perché di emozioni ce ne saranno tante”.