{module Banner sotto articoli}
Lei sembra molto entusiasta di questa nuova avventura che la riporta in tv. C’è un motivo particolare?
In questo momento della mia vita Il mondo insieme è l’unico progetto in grado di trasmettermi entusiasmo. Vengo fuori da una situazione difficile, avevo bisogno soltanto di serenità che, nell’ultimo anno di conduzione de Il Kilimangiaro, non avevo più avuto.
Come si è consumato il suo divorzio da Rai3?
Il direttore Andrea Vianello ha avuto la dignità e il coraggio di convocarmi e di dirmi: “io non intendo più avvalermi della tua collaborazione”. Alla vista del mio sorriso di soddisfazione ha continuato: “mi sembra quasi di averti fatto un regalo”. Certamente non era un regalo, perchè mi ha creato gravi difficoltà professionali, ma io mi sono sentita liberata da una situazione difficile in quanto non avrei mai avuto il coraggio di andarmene spontaneamente.
Quali erano le situazioni difficili in cui si trovava?
Innanzitutto il Kilimangiaro era diventato uno show, contrariamente alla formula originale. Sulla scelta degli ospiti, ad esempio, mi dicevano: “devono avere una faccia”, cioè essere personaggi famosi e riconoscibili dal grande pubblico. Io invece, desideravo che avessero storie interessanti da raccontare, prescindendo dalla notorietà.
Con Un mondo insieme, quindi, si torna alla formula originale del programma sui viaggi.
La nostra formula sarà all’insegna della qualità e dei contenuti. Sappiamo di non poter essere concorrenti del Kilimangiaro e non c’è alcuna intenzione di scontro. Il nostro programma si basa soprattutto su una novità: il tempo dilatato. Significa che gli ospiti non avranno alcun limite alla loro partecipazione, resteranno protagonisti fino a quando avranno esaurito il proprio contributo anche attraverso le domande che il pubblico rivolgerà. In quest’ottica sarà una trasmissione elastica.
Ci saranno documentari?
Certo, i migliori nel settore scientifico e turistico. Ma non saranno ansiogeni e frenetici, si basano su una divulgazione approfondita con un linguaggio accessibile a tutti.
L’ospite più singolare della prima puntata?
Ne avremo tanti, ognuno con una vicenda molto interessante. Tra questi Alessandro Bordini, un giovane non vedente che sta facendo da solo un viaggio in giro per il mondo. Si sposta senza nessun accompagnatore, solo il suo telefonino, un bastone bianco, e le attrezzature necessarie. Lo avremo in studio: lo abbiamo intercettato a Buenos Aires ed ha accettato di interrompere momentaneamente il suo percorso. Ma subito dopo la trasmissione, riprenderà il suo tour. Questo ragazzo ci trasmette un grande messaggio: è possibile vedere il mondo anche attraverso gli occhi del cuore.
Altri ospiti interessanti?
Una giovane professionista molto affermata nella carriera diplomatica che ha lasciato tutto e ha scelto di diventare una guida. E un avvocato altrettanto affermato che ha deciso di diventare nuotatore ma sfidando le orche.
Come è nato il progetto di Il mondo insieme?
Era una mia idea. Ne avevo parlato con Paolo Ruffini, direttore di Tv2000. Mai avrei immaginato che mi proponesse di trasformare l’idea in un progetto concreto il cui fine è di offrire qualità e serietà nel totale rispetto dei telespettatori.
Trova cambiato il piccolo schermo da quando ha lasciato Rai3?
Sinceramente non ho avuto modi accorgermene. In questi mesi di assenza avevo solo bisogno di ritrovare la mia serenità, di disintossicarmi al di fuori della tv.
Adesso l’ha ritrovata, la serenità?
Grazie a Tv2000 ho incontrato un gruppo di lavoro rispettoso delle professionalità di tutti, che si impegna nella ricerca della qualità.
Le mete più amate per i suoi viaggi?
Ho uno stretto legame con l’Italia. In estate abbandonerei la nostra penisola solo per i fiordi del grande Nord.
Il viaggio più difficile?
I tre giorni trascorsi in camper per volere di mia figlia che ci aveva chiesto queso viaggio come regalo di compleanno. Non eravamo attrezzati ma ce la siamo cavata lo stesso in maniera egregia con gran soddisfazione di mia figlia.