{module Banner sotto articoli}
La nuova stagione del programma è iniziata venerdì 12 giugno. Una delle caratteristiche, evidenti già dalla prima puntata, è l’interazione fra i protagonisti dei singoli episodi e il conduttore. In quest’ottica emerge un ritratto della vita locale, della famiglia, dell’ambiente e della cultura dei luoghi da cui proviene ormai un decimo della popolazione italiana.
Lo scopo di Radici infatti è avvicinare il nostro pubblico a Paesi lontani, e al tempo stesso conoscere le radici di nuovi italiani che vivono nel Bel Paese.
Quest’anno le singole puntate portano alla scoperta di Tunisia, Albania, Repubblica Dominicana, Perù e Filippine.
Inoltre, in questa edizione, tornano i protagonisti delle prime puntate di Radici: Rosita Carmina Ruiz, che quattro anni fa ci aveva guidati in Bolivia, e Magatte Dieng, con cui nel 2011 siamo andati scoperta del Senegal. Torniamo a visitare i loro Paesi d’origine ma soprattutto vediamo, a distanza di tempo, “Com’è andata a finire” la loro vita in Italia, il loro lavoro, la loro integrazione.
{module Google ads}
Incontreremo anche Rafael, dominicano, che non ha nessuna intenzione di lasciare Rimini, dove vive anche suo figlio. A Verona, dove Maribel risiede con suo marito, italiano, la comunità peruviana negli ultimi cinque anni si è dimezzata.
Maribel, che in Perù si era occupata delle vittime degli attacchi della guerriglia legata a Sendero Luminoso, ci porta a conoscere uno dei problemi più scottanti del suo Paese, l’emergenza ambientale dovuta in gran parte allo sfruttamento minerario delle Ande: dai 4900 metri d’altezza fino a La Oroya, una delle cinque città più inquinate del mondo.
Con Emelyn Baldos, andiamo alla scoperta delle Filippine: il caos di Manila, con i suoi dieci milioni di abitanti, e la vita nelle campagne, i fasti di Imelda Marcos e la miseria di Tondo, il quartiere dove un milione di persone vive e lavora fra i rifiuti.
Emelyn ci porta a vedere anche il suo campo di riso, è lì che ha investito il primo stipendio percepito in Italia.
Sonila Alushi, albanese, ha lasciato Tirana nel 1997 per fuggire dai disordini di una rivolta civile che ha rischiato di far sprofondare il Paese nel caos. Oggi ha tre imprese di pulizie e ristrutturazioni a Bergamo, in società con suo marito, anche lui albanese.
Infine: la Tunisia di Majdi Karbai. Stretta fra la spinta alla democratizzazione e le minacce dei fondamentalisti islamici. Su quella sponda del Mediterraneo però continuano ad approdare anche molti italiani. Michele, imprenditore foggiano, a pochi chilometri da Tunisi coltiva carciofi, che rivende nella sua Puglia.
Majdi Karbai si commuove di fronte alla lapide del Museo del Bardo di Tunisi, che ricorda le 24 vittime dei fondamentalisti islamici: “Quella non è Tunisia, non è Tunisia”, ripete in lacrime.
Fra ritratti dei nuovi italiani e storie di vita quotidiana, “Radici” mostra come vivono gli immigrati e le loro comunità, in Italia, restituendoci così un originale punto di vista sulla nostra realtà.
Radici è un progetto realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Interno e il Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi
Qui l’edizione dello scorso anno.