Straordinaria, inattesa la serata inaugurale, giovedì 15 e venerdì 16 ottobre 2015, per la scelta musicale: “Pelléas et Mélisande” (1902) di Claude Debssy, una delle opere liriche europee più rare, affascinanti, inebrianti: un’opera definita ora ‘impressionista’, ora simbolista, altrove decadentista, e come se non bastasse ormai definitivamente e universalmente posta all’inizio di tutta la musica occidentale contemporanea. La squisita opera – su testo del poeta simbolista Maeterlinck – rappresenta un amore vissuto senza consapevolezza del peccato dai due giovani (ma Mélisande è sposata), in una natura incontaminata e stordente, dove poi la fanciulla troverà la morte.
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A dirigere il capolavoro, ricco di ineffabili sfumature, grazie alla scala pentatonica, ed anche esatonica (a intervalli tutti interi), grazie alla raffinatezza dei timbri che rendono trasparenti e indefiniti i suoni, sarà il giovane direttore principale della Sinfonica della Rai, Juraj Valcuha: nel cast i due soprano Sandrine Piau e Chloé Briot, i baritoni Guillaume Andrieux, Paul Gay e Mauro Borgioni, contralto Karan Armstrong, basso Robert Lloyd, ed infine il Coro Manghini di Torino.
Tutte le opere della stagione saranno ovviamente presentate in forma di concerto, senza allestimento: eppure, mai come nel caso del “Pelléas et Mélisande” la mancanza della parte scenografica si fa pesantemente sentire, specie per chi ha avuto la fortuna di assistere all’edizione del Teatro dell’Opera di Roma del 1974, in cui le scene di Rouben Ter-Arutunian intrise di rosso e di petali avvolgenti, mimanti il grembo femminile, e la regìa di Giancarlo Menotti che personificava i capelli biondi lunghi sino a terra di Mélisande, rendevano in modo mirabile la sensualità del clima simbolista. In forma di concerto sarà registrata anche, con la direzione musicale di Valcuha, l’opera-oratorio “Oedipus Rex” (1927) di Igor Stravinskij, importante testimonianza del neoclassicismo seguìto all’espressionismo violento della prima fase creativa del compositore russo: nel cast, oltre alla voce recitante di Toni Servillo, il tenore Brenden Gunnel (Edipo), il mezzosoprano Julia Gertseva (Giocasta), il basso Alfred Muff (Tiresia), il baritono-basso Marko Mimica (Creonte).
A Valcuha presto succederà il direttore stabile americano James Conlon: ma molti saranno i direttori ospiti, fra cui Ottavio Dantone per il barocco e Marco Angius per il contemporaneo: né mancheranno i solisti come il flautista Emmanuel Pahud, il pianista Jan Lisiecki, il violinista Ray Chen, il percussionista Simone Rubino e – fra le voci – il tenore liederista Ian Bostridge dalla voce sensibilissima, quasi femminea, straordinario interprete del Piccolo Cane Bianco, nell’opera “Immolazione” di Hans Werner Henze. Ed ancora la voce potente della georgiana Anita Rachvelishvili, recente grande “Carmen” alla Scala, e la ‘cantaora’ Maria Toledo che si produrrà in “El amor brujo” di de Falla. Fra le grandi opere che Radio 3 metterà in onda, anche la “Messa in si minore” di Bach, composta in più momenti, dal 1724 agli ultimi anni dell’autore, 1747-49.
E’ una delle più note ed eseguite nella sua monumentalità: nel cast figurano il soprano Sandrine Piau, il contralto Delphine Galou, il tenore Martin Vanberg, e il basso Mattew Brook.
Altre ‘novità’ della stagione sono: la riproposizione del Concerto di Natale diretto da Juraj Valcuha, fuori abbonamento il 23 dicembre, dedicato ancora alle fiabe in musica, visto il successo dell’anno precedente; la riproposizione dei cinque appuntamenti delle “Domeniche all’Auditorium”, in onda su Radio 3 la domenica alle 10,30 in cui suoneranno i gruppi cameristici dell’Orchestra Rai.
Infine il ciclo delle conversazioni con Paolo Gallarati “Saper ascoltare” si riduce a quattro appuntamenti, alle 18,45 prima di quattro specifici concerti di musica contemporanea per l’introduzione all’ascolto, ad ingresso libero.