Quello che sarebbe diventato uno dei volti più popolari del piccolo schermo venne spedito con le Radiosquadre ad allestire spettacoli promozionali (lo scopo era quello di diffondere il virus del canone di abbonamento) in giro per le piazze italiane e diffusi in ambito locale. Un’iniziativa che aveva visto coinvolti anche Enzo Tortora, Silvio Gigli, Renato Tagliani. {module Pubblicità dentro articolo}
Rispoli si fece quindi le ossa professionali in seno alla “sorella povera” della tv, realizzando programmi di grande seguito popolare come Il Buttafuori, Il vostro spettacolo, Il vostro juke box. Ma, in veste di caposervizio Rivista e Spettacolo della radio, convincendo il riluttante Corrado ad intraprendere la fortunata avventura della Corrida e lanciando dalle frequenze personaggi come Raffaella Carrà, Paolo Villaggio, Maurizio Costanzo, Paolo Limiti ha di certo, fin da allora, dato un indiretto quanto fondamentale contributo al piccolo schermo, da cui si affacciò fin dal 1955 con Telescuola.
Nel 1975 riuscì a proporre, ben prima di Bontà loro, quello che Michele Sorice definisce il primo esempio di talk show all’italiana: si tratta dell’Ospite delle due, realizzato in piena austeriy, a cui presero parte tra gli altri Amedeo Nazzari, Carlo Rambaldi, un giovanissimo Luca Cordero di Montezemolo e addirittura Ingrid Bergman.
Per tutta la sua sessantenale carriera, il conduttore non ha mai abbandonato il genere “conversazione spettacolo”. Tra il 1977 e il 1987, ossia durante gli anni in cui ha diretto il Dipartimento Scuola Educazione (l’attuale Rai Educational), Rispoli ha proposto varie edizioni di Intervista con la scienza, protagonisti luminari della medicina e altre discipline, come l’astrofisica Margherita Hack.
È degli anni Ottanta la consacrazione a volto nazionalpopolare, a cui vanno le simpatie e l’affetto di un vasto pubblico che lo apprezza per la civiltà dei modi, non senza bonarie irrisioni per la sua caratteristica voce nasale. {module Pubblicità dentro articolo}
Dopo il talk show Pranzo in tv – dove i commensali famosi e no consumavano un vero pasto – il presentatore e giornalista calabrese continua ad inventare format di grande successo, fino al 1985, anno in cui appare sugli schermi di Rai1 il celeberrimo Parola mia, intelligente quiz sulla lingua italiana tra divulgazione e intrattenimento che aveva come giudice-arbitro il professor universitario Gian Luigi Beccaria e che metteva in palio solo enciclopedie, raccolte di classici e vocabolari. Grosso modo nella collocazione di palinsesto che ora è dell’Eredità, tre edizioni di grande seguito in cui, tra l’altro, apprezzati attori di teatro leggono pagine immortali della nostra letteratura e i giovani concorrenti scrivono un testo di tipo saggistico.
Arrivano poi La grande corsa, Argento e Oro, La grande occasione (gioco sull’economia, in prima serata su Rai2, in cui si vice per la prima volta un miliardo di vecchie lire), La Rete.
Al seguito di Emmanuele Milano che andava a dirigere Tele Montecarlo, nel 1991 Rispoli rompe il sodalizio con la tv pubblica che dura da 37 anni per tentare l’avventura sull’emittente privata monegasca. Qui nascono Ho fatto 13!!!, tre edizione di La più bella sei tu che rimette in gioco nel prime time le canzoni di Sanremo e, soprattutto il Tappeto volante: talk show pomeridiano, con un’appendice alle 23.00, che dal 1993 al 2000 ha fortemente caratterizzato l’offerta della rete, con un indiscusso ritorno pubblicitario e di ascolti. {module Pubblicità dentro articolo}
Tanto che in quel salotto sono passati “a titolo gratuito” oltre diecimila ospiti appartenenti al mondo della cultura, della politica, dello spettacolo ed anche sconosciuti, con un numero verde sempre aperto a disposizione dei telespettatori e dei loro quesiti. L’inventore di quel Chiamate Roma 3131 che aveva rivoluzionato la radio nel 1969, soprannominato da Melba Ruffo il “principe delle parole”, non smentisce la sua attenzione e il rispetto per le istanze della gente.
Tra una canzone di Rita Forte e un sorriso della Ruffo e poi di Roberta Capua, le impeccabili “padrone di casa”, sui divani bianchi dello studio romano di via Chiabrera 54/d del Tappeto volante si sono accomodati Vittorio Gassman, Claudia Cardinale, Stefania Sandrelli, Isabel Allende, Silvio Berlusconi, Regina Bianchi, Walter Veltroni, Gianfranco Fini, Giampaolo Pansa, Paolo Mieli, Pippo Baudo, Nilde Iotti, Mia Martini, Renato Zero, Gigi Proietti, Ferruccio De Bortoli, Ersilio Tonini, Eugenio Scalfari, Giulio Einaudi, Dario Fo, Rita Levi Montalcini, Massimo D’Alema, Fausto Bertinotti, Renzo Arbore, Gianfranco Funari, Luc Montagnier, Carmelo Bene, Loretta Goggi, Sebastiano Vassalli, Carlo Verdone, Alberto Bevilacqua, Maurizio Costanzo, Maria De Filippi, Lorella Cuccarini… ma, come ovvio, l’elenco non può essere in alcun modo esaustivo. {module Pubblicità dentro articolo}
Luciano Rispoli non ha mai abdicato alla sua idea di televisione composta, dignitosa, di contenuti. Dopo Tmc, ha portato il Tappeto volante su Odeon Tv, Raisat, Canale Italia, fino al 2009. Mentre nel 2010, senza perdersi d’animo, si è rimboccato le maniche ed è ripartito dalla piccola RomaUno (visibile sul bouquet Sky, oltre che in chiaro in ambito regionale) con Protagonisti, ampie interviste a personaggi noti di spettacolo e politica.
Ecco in estrema sintesi la ricca carriera di un padre fondatore del mezzo televisivo a cui, colpevolmente, Techetecheté e Porta a porta nel tentativo raffazzonato di ragguagliare i telespettatori sui sessant’anni della tv hanno dedicato un frame muto e un rapidissimo quanto insignificante saluto da parte di Bruno Vespa sui titoli di coda della sua trasmissione. Ingiusto, oltre che scorretto. {module Pubblicità dentro articolo}