Queste fiction teutoniche, seppur alquanto approssimative negli intrecci e nella qualità di realizzazione, sostenevano la rete nel difficile periodo estivo ma, con la fine delle vacanze, venivano puntualmente ricollocate nei palinsesti di Rete4 e La5 mentre l’ammiraglia Mediaset ridava spazio alla consueta programmazione.
Con Il Segreto è andata diversamente. La soap spagnola, che narra le intricate vicende amorose di Pepa Aguirre e Tristàn Montenegro in un piccolo paese, Puente Viejo, della Spagna agli inizi del Novecento, ha subito catturato milioni di telespettatori, riscuotendo ascolti impensabili per la rete in periodo estivo. Pertanto l’editore non ha potuto disfarsi di una telenovela di così grande successo e chissà che non sia stata proprio questa una delle ragioni che hanno favorito il trasloco del daytime di Amici su Real Time. Infatti attualmente Il Segreto va in onda nella fascia pomeridiana (dalle 16.15 alle 17) tra Uomini e Donne e Pomeriggio5, prima assegnata proprio al talent della De Filippi, oltre al mercoledì in prima serata (mercoledì 9 marzo è stato il programma più seguito della serata nonostante competitor forti come The Voice e Le Iene) dopo l’iniziale collocazione alla domenica, dove pure aveva fatto meglio del deludentissimo flop di Giass.
Con i suoi 3 milioni di telespettatori ogni giorno è tuttora un traino formidabile per le strisce del Gf, ma soprattutto per Barbara D’Urso che puntualmente vince la sfida sulla “rivale” Paola Perego. Come il “maiale di cui non si butta via niente” , prima la D’Urso poi la Toffanin, hanno fatto a gara per avere come ospiti nelle proprie trasmissioni i volti della soap (proprio ieri, a Verissimo, c’era Jago Garcia che interpreta il perfido Olmo Mesia), consapevoli dell’enorme gradimento riscosso da questi personaggi presso il pubblico.
Ma veniamo ai motivi per i quali la soap spagnola si è imposta così nettamente. Il primo dato sorprendente è che piace anche a tanti uomini che non rappresentano, tradizionalmente, il target di riferimento di questo tipo di programmi. Inoltre è stata vincente l’idea di riportare in auge un genere che ha sempre avuto grandissimo seguito in Italia, sopratutto negli anni 80 e 90, e cioè il filone delle telenovelas sudamericane: Celeste, Anche i ricchi piangono, Topazio, Cuore Selvaggio solo per ricordarne alcune. Come queste, Il Segreto proietta il telespettore in luoghi e tempi lontani dal nostro, affascinandolo con atmosfere suggestive. Il richiamo alle grandi telenovelas d’annata, in uno scenario di soap opera tutte ambientate ai giorni nostri (e così erano pure le soap tedesche mandate in onda in estate), è stato una sorta di “innovazione”attraverso la tradizione.
Altra carta vincente sono i personaggi: così tanti, diversi tra loro, complicati, passionali, coinvolgono il pubblico che facilmente trova modelli in cui identificarsi. Anche i “cattivi” sono personaggi interessanti, delineati in modo da lasciar trasparire piccoli tratti di umanità degli stessi. Infine il giusto pizzico di fortuna che non guasta mai : trovarsi nel posto giusto (palinsensto) al momento giusto.
Per queste ragioni e per gli incontrovertibili dati d’ascolto la critica a tutti i costi deve fare un piccolo passo indietro. E’ vero, non siamo di fronte all’eccellenza della recitazione e gli ascolti non sempre premiamo prodotti di qualità in televisione: le trash fiction Mediaset della collaudatissima coppia Garko-Arcuri ne sono un esempio imprenscindibile. Ma non si può certo paragonare Il Segreto (sia pure con i limiti strutturali e tipici delle soap) a quel genere di fiction scadenti.