Ma ora la consapevolezza è diversa: è in crisi il paese, la tv vive emorragie di telespettatori e molte reti prestigiose devono accontentarsi di briciole di share. Addirittura, secondo un diffuso luogo comune, è divenuto un vanto non guardarla più: un vezzo quasi intellettuale, spesso fasullo, ma indicativo dell’opinione diffusa sulla qualità dei contenuti del piccolo schermo.
Negli anni, il reality è stato declinato in tutte le forme possibili: i concorrenti sono diventati ragazzi dai più disparati talenti, abili sfilettatori di pesce, pasticceri, cantanti e ballerini come se piovessero, comici, persino scrittori in Masterpiece, uno sfortunato esperimento di Rai 3. Dalla gente senza né arte né parte, si è cercato di conferire al genere un maggiore spessore, reclutando persone che qualche competenza ce l’avessero.
Dalle dirette fiume, si è passati al montaggio serrato dei docureality. Ai fixed show dove le telecamere sono installate nei luoghi più disparati, senza la presenza di operatori in loco: GoggleBox (format inglese su Italia 1) ne rappresenta l’esempio per eccellenza.
Ma si è fatta strada anche un’ulteriore via: coinvolgere i personaggi dello spettacolo. Sono stati vari i tentativi Il Ristorante, L’Isola dei Famosi, La Fattoria, divenuta anche Un due tre…stalla. Tutti prodotti che, ad eccezione dell’Isola, sono stati trasmessi nei primi anni 2000 e poi accantonati. Nel frattempo però, i vip sono divenuti gli elementi essenziali nei talent: non c’è X Factor né Amici senza la giusta corazzata di artisti in studio. I ragazzi passano, evanescenti, mentre i coach decretano il seguito dello show.
Così, nell’attuale stagione televisiva, si è ritornati a tentare di percorrere la strada abbandonata anni fa. Perché se la gente comune poi, alla fin fine, bisogna trasformarla in personaggi, allora tanto vale assoldare qualcuno che personaggio già lo sia. Anziché crearli insomma, i concorrenti si prova a resuscitarli.
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Il Grande Fratello Vip sta tenendo banco grazie alle esternazioni dei luminari che lo popolano, ma altri programmi per vip si profilano all’orizzonte: un’edizione celebrity per Bake Off e una per MasterChef, poi tornerà ovviamente L’Isola dei Famosi. Nel frattempo, ci godiamo le stravaganze di qualche vip del piccolo schermo a Pechino Express.
Ex famosi in cerca di rilancio, procaci bellezze che inseguono la popolarità, presunti influencer che vantano foto in costume su Instagram: mettere insieme un cast di volti realmente famosi non è semplice, ma si sopperisce grazie a “webstar”, gossip e vecchie glorie.
Prima dell’avvento del reality show, le persone comuni le trovavamo nei vox populi, protagoniste di tiri beffardi da candid camera, oppure testimoni della cronaca. Questo fino a quando si sono aperte le porte della casa più famosa del mondo: le telecamere del Grande Fratello hanno messo al centro dell’attenzione bande di perfetti sconosciuti, con tutte le degenerazioni del caso.
Se i realiy show erano nati con lo scopo sociologico di narrare la gente, con le edizioni celebrity si compie il percorso inverso. Stavolta è il famoso che si fa gente, avvicinandosi al pubblico. Il risultato è duplice: il telespettatore può schernire il vip privilegiato, oppure empatizzare con lui.
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È quanto sta accadendo al Grande Fratello Vip, dove le polemiche si estendono nei social e amplificano l’eco del programma su altre dimensioni mediatiche. Da una parte chi attacca, dall’altra chi difende.
I giochi si ripetono da anni, le dinamiche tra i concorrenti si fanno usurate, la prevedibilità si impadronisce della puntata: lontani dall’essere il fenomeno di costume a cui sono assurti quasi un ventennio fa, ai reality non rimane che erodere gli ultimi, stanchi, scampoli di vitalità. Per tenere ancora in vita il genere, non rimangono che i vip. Siamo all’ultima spiaggia, ma stavolta non si tratta di quella dell’Isola.