Lo speciale Techetechetè 60 anni di tv- il compleanno della Rai è peggio di tutto questo. E’ un programma raffazzonato, messo insieme con tanti micro- spezzoni di programmi del passato che restano in video pochi istanti e sembrano solo dei flash. In un tempo così breve lo spettatore non riesce neppure a contestualizzare la gag, nonostante la scritta in sovrimpressione ne indichi la trasmissione di provenienza. Il pubblico non focalizza in quale momento del programma indicato era inserito quel siparietto che resta in aria come uno spezzone isolato. Tutto somiglia ad una stanza piena di oggetti di valore ma posizionati in maniera talmente disordinata da non riuscire più ad individuarli.
In questo caos sessantennale, il glorioso passato della tv si disperde, si sbriciola, si frammenta. Perde consistenza. Si dequalifica. E assume l’aspetto malinconico di un’epoca trascorsa che mai più potrà tornare perchè i principali protagonisti non ci sono più. La tv del passato viene a identificarsi quasi con la tv degli scomparsi perchè non è stata valorizzata in maniera decorosa e intelligente. Non solo, ma molti dei siparietti visti nello speciale per i 60 anni della tv, erano già andati in onda infinite volte nelle trasmissioni amarcord che infestano i palinsesti non solo estivi.
Significa che non ci si è preso neppure l’incomodo di cercare segmenti di programmi andati in onda meno volte che avrebbero potuto rappresentare una gradevole novità per i telespettatori. Una mega-replica di questo tipo ha evidenziato chiaramente che i responsabili di viale Mazzini hanno voluto scrollarsi di dosso l’evento dei 60 anni della tv nella maniera più indolore e economica possibile. Quasi fosse un fastidio, uno scoglio da superare. E come se non bastasse lo speciale Techetechetè si è concluso con l’accorato invito di Renato Zero a pagare il canone. Dopo lo squallore andato in onda sembrava quasi una beffa.
Un maggior interesse nei confronti dell’importante compleanno avrebbe portato in video, su Rai1, una serata evento con ospiti legati alla storia della tv e della Rai. Un talk show nel quale le varie opinioni dei presenti si sarebbero alternate ai filmati delle Teche Rai in un contesto preciso, tematico, dialettico, divulgativo. Immaginiamo, ad esempio, un confronto tra Pippo Baudo, Renzo Arbore, due dei “padri fondatori della tv”, con i giovani protagonisti del piccolo schermo 2.0 di oggi, come Zoro. Un dibattito sul mutamento del linguaggio e sul ruolo che il piccolo schermo ha avuto sul costume e le abitudini degli italiani. Il tutto arricchito da interventi musicali di artisti che hanno legato il loro nome alla tv.
Ricordiamo che, nel 1990, in occasione dei 40 anni del Festival di Sanremo, Rai1 mandò in onda quattro straordinarie puntate di un programma dal titolo “Processo a Sanremo” con Renzo Arbore, Lino Banfi, Michele Mirabella. Fu un successo clamoroso: più di dieci milioni di spettatori a puntata. Perchè non si è potuto fare altrettanto per i 60 anni del piccolo schermo?