{module Banner sotto articoli}
L’intento della fiction, mostrare una nazione unita e prosperosa grazie alla strada diritta, è apprezzabile ma si infrange contro una realizzazione molto, troppo artigianale. Innanzitutto è evidente, fin dalle prime immagini, la scarsità di risorse utilizzate e il minimo dispendio economico per la ricostruzione dei costumi e delle atmosfere tra la fine degli anni ’50 e la metà degli anni Sessanta.
Molti elementi, come la schematica sagoma del televisore dell’epoca che sembrava fatta di cartone, hanno sminuito il valore della storia ispirata al libro omonimo scritto da Francesco Pinto responsabile del Centro di Produzione Rai di Napoli. Anche gli interni apparivano superficiali e le riprese in esterna, salvo qualche rarissima eccezione, seguivano il medesimo trend approssimato e superficiale. Da segnalare, tra le scene esterne proprio le varie fasi della costruzione dell’Autostrada che non sono state ben documentate. La regia si è limitata a inquadrature ravvicinate laddove la grandezza dell’impresa meritava ben altro.
Insomma un prodotto come La strada diritta necessitava di un investimento maggiore anche dal punto di vista degli attori.
A reggere l’intera struttura recitativa è soprattutto Ennio Fantastichini nel ruolo di Fedele Cova l’ingegenre che realizzò il mastodontico progetto: la credibilità di un interprete consumato ha evitato il crollo della credibilità generale. Ad eccezione, infatti, di pochi attori tra i quali Giorgio Marchesi e Carmine Recano, il livello della recitazione appare piuttosto scontato e semplicistico, quasi mnemonico. Inoltre sono proprio Marchesi e Recano a incarnare i classici stereotipi dei “belli da innamoramento” presenti in tutta la fiction targata Rai.
Infatti intorno a loro si sono costruite storie sentimentali per accrescere l’appeal di una sceneggiatura che, tra l’altro, procede lenta e mostra in molti punti, uno scarso appeal. Sandro Petraglia e Fedele Signorile autori di soggetto e sceneggiatura hanno fatto, forse, il possibile per alleggerirla e renderla gradita al pubblico di Rai1 ma sono riusciti solo in parte. Infatti gli ascolti hanno assegnato alla prima puntata 4.689.000 telespettatori con share del 17,6%.
Resta comunque, il messaggio positivo della storia: l’orgoglio di credere fermamente nelle proprie capacità e il coraggio di aver portato a termine la strada diritta solo con maestranze italiane.