{module Banner sotto articoli}
Innanzitutto il modo di gestire la trasmissione della giovane conduttrice Giulia Innocenzi è diventato più saccente e autoritario. La tanto ventilata democrazia del format è solo un’utopia. La verità è che esiste il pensiero unico della Innocenzi. E guai a chi osa avere idee differenti. La dimostrazione si è avuta nel corso della puntata, ma soprattutto verso la fine con l’entrata in studio delle Femen. A seno nudo hanno iniziato a farneticare che Dio non è un mago e il papa non è un politico. Hanno inveito contro l’Italia, culla, a loro dire, di tutti i mali, hanno osannato il libero amore, spargendo, dopo l’esibizione preservativi in giro per lo studio.
Si è oltrepassata ampiamente la soglia del buon gusto e il trash ha dominato, con la complicità della “prepotente” Innocenzi, “orgogliosa” di aver ospitato le Femen che “usano il corpo” per lanciare messaggi. E verso chi osava ribellarsi ha manifestato stupore e meraviglia: impossibile che suoi coetanei possano avere opinioni diverse dalle sue e soprattutto criticarle.
Insomma una provocazione gratuita, inutile, persino offensiva: al punto che l’imprenditore Brambilla in collegamento, ha abbandonato la postazione ed è andato via.
Neppure i grandi maestri della pseudo radical chic, signorina Innocenzi, avrebbero osato tanto.
Questo non è stato il peggior momento della trasmissione. La Innocenzi si è imposta come unica sovrana del programma: ha stabilito chi doveva e chi non doveva parlare, ha dato e tolto la parola a suo insindacabile giudizio. Gli insegnamenti santoriani sono sempre più presenti nel comportamento di una “giovinetta” che, probabilmente, avrebbe dovuto fare più gavetta.
L’incredibile commistione di trash e di falso radical- chic non giova, certo, al talk show. Ed infatti, alla fine, la gestione le è completamente sfuggita di mano, mentre le Femen si allontanavano dallo studio spargendo, provocatoriamente, a terra condom in nome dell’amore libero. Con il suo consueto sussiego, la Innocenzi prendeva le distanze dai suoi coetanei, accusandoli di non essere adeguati ai tempi.
L’impressione finale è quella di un programma affidato ad una sorta di “ragazzina viziata”, non in grado di affrontare la conduzione del talk show nel quale anche i giovani , presenti in studio, non hanno fatto certo una bella figura. Al contrario, hanno gridato, si sono beccati violentemente tra di loro, un po’ come i capponi di Renzo (non di Renzi). Hanno così mostrato di aver appreso molto bene la lezione della old generation: ai talk show se non ci si azzuffa non si fanno ascolti. Ma c’è sempre l’eccezione: Announo è stato bloccato al 4,5% di share.