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Giudici severi forgiati sulla triade Cracco- Barbieri- Bastianich, giudizi impietosi espressi però senza alzare la voce e senza clamorosi scatti d’ira ma non per questo meno discutibili, molte cadute di stile e una serie di commenti fin troppo coloriti e infarciti di termini volgari. Questo si è notato nella puntata d’esordio martedì 25 novembre. La “cattiveria” targata Cracco- Barbieri Bastianich ha fatto scuola ma Il più grande pasticciere non ha, purtroppo, lo spessore e la dignità di un vero talent show.
Colpisce che espressioni decisamente volgari non siano state tagliate o almeno coperte dal “bip”. Essendo state già registrare tutte e cinque le puntate, il minimo che ci si potesse aspettare dalla regia era l’eliminazione di espressioni grossolane e trash. La medesima scelta Rai2 l’aveva fatta già per l’ultima edizione di Pechino Express.
Sinceramente Caterina Balivo meritava di più. Anche perchè è rimasta per tutto il tempo del programma in posizione defilata, in secondo piano, in atteggiamento quasi di timore reverenziale nei confronti dei giudici, limitandosi ad un ruolo quasi decorativo e di contorno.
Le fasi della competizione non includono la Mystery box ma hanno una somiglianza davvero spettacolare con quelle di MasterChef. Persino la prova esterna è stata riproposta con i pasticcieri che sono andati a infornare le loro preparazioni in Alto Adige avendo come tutor Igino Massari il re dell’alta pasticceria made in Italy.
Il montaggio veloce, proprio di MasterChef, non ha sortito però, l’effetto sperato: infatti era alquanto complicato seguire i vari passaggi per la preparazione dei dolci perchè si andava da un concorrente all’altro senza approfondire come procedeva la preparazione.
Inoltre il talent di Rai2 ammicca anche ad alcune atmosfere di Bake off Italia- Dolci in forno. Ma Benedetta Parodi si era creata uno spazio proprio, di trait d’union fra i giudici e i concorrenti. La Balivo non è riuscita nel medesimo intento. Forse sarebbe stato meglio evitare la gestione, non riuscita, di un talent destinato ad aver vita breve e concentrarsi su idee più originali.
Infine i concorrenti: ad eccezione di alcuni, non hanno lo spessore che invece ci si attendeva. Almeno loro avrebbero potuto salvare un programma di cui nessuno sentiva il bisogno.