Mario Bambea non sa davvero più chi è: la sua auto si è schiantata sull’autostrada, rovesciando sull’asfalto tutti i libri invenduti nascosti nel bagagliaio. È così che tutto ha inizio: l’intellettuale, premio Strega dalla cui opera ha tratto un film Veltroni, la notte scende in strada, la attraversa e si ritrova all’Odeon.
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Laddove Stevenson muoveva il suo Edward Hyde nell’oscurità delle vie londinesi, in Dov’è Mario, il teatro di crimini efferati è un teatro nel senso proprio del termine: un abisso infernale dove si esibiscono comici di infima lega. Bizio Capoccetti parla di parcheggi ad Ostia, sfoggia il “non sono razzista ma”, si lascia andare a trivialità linguistiche di ogni genere, fino a quando la badante non irrompe in scena per riportarlo a letto. Lei è Dragomira, che vanta in curriculum un’esperienza da badante a Paolo Mieli.
Di giorno Bambea viene messo in guardia dai suoi pari, che gli dicono che “Masterchef è un format della massoneria atlantica”; quando cala il buio sale sul palco per prendersela con i rumeni e gli intellettuali, che rincretiniscono il pubblico perché parlano difficile. Di colpo, Mario non esiste più: scompare la erre moscia che ricorda l’imitazione di Tremonti, non c’è la parrucca che lo rende fisicamente simile a Sgarbi. Bizio si è palesato: lui però, nemmeno se ne accorge, anche se ogni tanto l’inconscio gli si para davanti indossando il giubbino di similpelle di Bizio.
È l’evoluzione del Nando Martellone di Boris: un comico a cui basta pronunciare qualche volgarità per suscitare le risate di spettatori dalle aspettative poco pretenziose. Il sottobosco dei locali romani: chiunque abbia assistito a uno spettacolo di una qualsiasi rassegna comica nella capitale, non può non riconoscersi nelle immagini della serie. Ma non può nemmeno non cogliere i riferimenti alle scalette di certi show televisivi: quando Bambea cambia canale alla tv, i comici in video ricordano esattamente quelli di Made in Sud e Colorado. Intanto, si fa strada un elemento mistery: lo sdoppiamento di personalità, che acquisirà maggior importanza nei prossimi episodi. Solo dal prossimo appuntamento infatti, il protagonista si renderà conto che gli sta accadendo qualcosa di strano.
Mario Bambea e Bizio Capoccetti sono due volti del paese: da un lato un’intelligenzia che si crogiola nella sua superiorità intellettuale, dall’altra un pubblico completamente avulso a quel linguaggio e quei codici per pochi.
Tanti i cammei visti nella prima puntata: Enrico Mentana, Marco Travaglio, Michele Santoro, Giovanni Floris. Infine, Saverio Raimondo, l’originale Fabrizio Capoccetti: colui a cui Bambea ha rubato nome e cognome per esibirsi.