Nella totalità i commenti hanno evidenziato molte perplessità sugli interpreti, sulla sceneggiatura, sulla rappresentazione e la ricostruzione dell’epoca, gli anni Sessanta. I nostri lettori si sono rivelati in sintonia con il duro giudizio che aveva dato Antonello Falqui della serie. Ne abbiamo scelti alcuni, e ve li proponiamo.
Titti scrive:
Si notano due consolidate difficoltà della fiction italiana. Primo: l’assenza di un minimo di profondità storica, per la quale è insufficiente l’ambientazione, in cui collocare personaggi e vicende di fantasia credibili proprio perché autentiche rispetto al tempo che si narra. Secondo: capire che certe storie e vicende sono talmente straordinarie che non serve sbiadirle nella soap opera. Strano se si pensa alla gloriosa tradizione letteraria del romanzo storico e televisiva dello sceneggiato italiani. Resta sempre il dubbio se si tratti di una scelta, rivelatrice di un’opinione sul pubblico generalista non proprio lusinghiera, o di una lacuna culturale di sceneggiatura e regia.
Questo è il commento di Lucy:
Grazie, perché anche io sono rimasta SCONVOLTA da questa fiction, per la banalità complessiva, la cattiva regia, le sceneggiature fuori contesto, le scenografie poco attendibili, l’impreparazione delle attrici… nemmeno la più blanda delle telenovelas argentine raggiunge tale livello di mediocrità Mastronardi non si guarda La Miss per carità, una Barbie La Del Bufalo, brutto personaggio male interpretato Tutte inconsapevoli del contesto che dovevano evocare…. Neanche si sa rendere l’adrenalina e il senso d’attesa e miracolo che davvero animava le giovani dell’epoca, e tutta quell’epoca Una delusione pazzesca, un senso di rabbia misto a pena, a dimostrare che certi Miti devono rimanere al loro posto, non li si può emulare, ricreare, ma solo e soltanto ricordare, e ammirare negli spezzoni televisivi che valgono più di mille stupide fiction.
Tina si esprime così:
Devo dire…purtroppo…ma sono d’accordo questa volta. È stato un evento, oserei dire, storico/culturale all’epoca. Nell’Italia bacchettona di allora, pur con l’imposizione delle calze nere alle Gemelle, è stato un soffio d’aria fresca in sintonia col cambiamento in atto. Questa “specie” di fiction sembra sceneggiata da chi ha visto qualche spezzone a caso senza sapere, né chiedersi, nulla di tutto ciò. Il “prodotto” peggiore che abbia da visto da anni e in una Rai rigenerata che ci ha saputo dare Cavalli di battaglia! Spero che sia un caso a sè stante o dovrò pensare che ci vogliono risbattere nel medioevo televisivo.
La seconda puntata di C’era una volta Studio Uno ha fatto registrare un ascolto di 6.712.000 telespettatori, share 27.26%.