Da mesi stanno proliferando spot pubblicitari dei cosiddetti Compro Oro, diventati ormai esercizi commerciali tutt’altro che rari nelle nostre città. I relativi testimonial non sono gli ultimi arrivati, ma professionisti dello spettacolo e con alle spalle carriere di tutto rispetto, dall’attore Renato Pozzetto al cantante Fausto Leali. In un periodo di grave crisi economica come quello attuale in cui le famiglie sono costrette a vendere i propri oggetti di oro ed argento (se ancora ne hanno) per mettere il piatto in tavola e non per farsi una crociera o un nuovo televisore, questo tipo di pubblicità è inopportuna. Se da un lato tutto appare giustificabile in virtù del principio “Pecunia non olet”, dall’altro non è da moralisti chiedere una maggiore sensibilità dei contenuti nei confronti dei telespettatori che rappresentano il “Paese reale” e che non sono affatto rappresentati dalla scenetta padre – figlio sul divano dell’ultimo spot di Pozzetto. E’ naturale, dunque, la delusione del pubblico nel vedere personaggi ai quali è affezionato, nel ruolo di testimonial di marchi emblema delle dilaganti difficoltà degli italiani.
Ma non ci sono soltanto i Compro oro. Non ci si saremmo mai aspettati, ad esempio, che il grandissimo Giancarlo Giannini, attore italiano di fama internazionale, prestasse la sua inconfondibile voce per pubblicizzare una nota marca di fanghi anti cellulite. Una voce intensa che ne racconta in modo romanzato la provenienza naturale, ma finisce poi per decantarne gli effetti benefici, mentre una modella, di cui è inquadrato solo il fondoschiena, si spalma il prodotto in questione. A differenza di altre pubblicità, qui la presenza del corpo di una donna è funzionale al prodotto, essendo un prodotto estetico. Lascia invece perplessi la partecipazione del doppiaggio di Giannini.
Ha suscitato l’ilarità generale anche la ormai consolidata partnership tra l’attore spagnolo Antonio Banderas e un famoso marchio di biscotti e merendine di casa nostra. Chissà in quanti avranno sorriso pensando ad un attore hollywoodiano finito a parlare con una gallina mentre prepara golosi cornetti.
Pure la grande Fiordaliso, energica cantante e sempre più volto televisivo (Music Farm, La Talpa, Piazza Grande e attualmente Tale e quale show), non si è risparmiata, prestando il volto per un prodotto contrastante la menopausa. Anche in questo caso non si può non sorridere di fronte a un volto noto che svela di aver sconfitto “peso, vampate di calore e irritabilità”, sintomi fisiologici della donna di mezza età.
Come dimenticare poi il principe Emanuele Filiberto, testimonial di una delle tante marche di sigarette elettroniche che hanno avuto un boom di vendite nel 2013. Una scena a tratti comica era quella con il principe intento a svapare mentre la frase “più sesso” era la chiosa finale che lasciava tutti basiti.
Facendo un salto indietro nel tempo, tra le pubblicità non indimenticabili di qualche anno fa, c’erano senza dubbio quelle dei libri di Alfonso Luigi Marra. Quel famoso “strategismo sentimentale” raccontato dalla testimonial Manuela Arcuri o il “signoraggio bancario”, hanno inserito lo spot negli annali del trash.
Dovremmo chiederci perché poi, perchè una pubblicità simpatica, semmai solo un pizzico maliziosa, come quella delle patatine con Rocco Siffredi sia stata censurata. Il solito perbenismo italico , verrebbe da dire, dato che poi il celebre pornodivo è richiesto come ospite in tanti programmi e addirittura su Cielo ne conduce uno tutto suo dall’efficacissimo titolo “Ci pensa Rocco”.
Anche il campionario degli spot interpretati da attori non noti non brilla per qualità e creatività tanto che imbarazzante diventa l’unico aggettivo adeguato a qualificarli: figlie che interrogano le madri e le amiche sui rimedi al fastidioso prurito intimo; assorbenti per tanga (celebre quanto grottesca era la battuta “Se ti vien voglia di ballare il tango ce l’hai il tanga” che non avrebbe trovato spazio nemmeno nelle commedie all’italiana anni 80); signori che corrono dal vicino di casa chiedendogli supposte per la moglie, costipata da ore e col rischio di far tardi a teatro. Si ricorre a frasi del tipo: “se ti capita di vedere del sangue quando lavi i denti” (con l’esemplificazione stomachevole del problema), per pubblicizzare il dentifricio per gengive sensibili e lo spot va in onda anche ad ora di pranzo. Infine lo spot cult, quello della famosa vernice con la cameriera sexy sulla scale, intenta a tinteggiare la ringhiera, e il lascivo “Brava, Giovanna brava” del furbo padrone di casa.
Al di là dei soggetti, a mancare sono proprio le idee.