Alla presentazione dell’iniziativa è intervenuta il Presidente dell’azienda di viale Mazzini, Anna Maria Tatantola. Ha sottolineato: “per la Rai è un momento importante, due anniversari di grande rilievo come quelli della radio e della tv ci fanno ricordare i risultati raggiunti negli anni e i bei momenti vissuti. Quello che deve guidarci, però, non è la nostalgia del passato ma comprendere quali sono state le cose importanti a cui possiamo guardare ancora oggi. Da allora, per la Rai sono cambiate molte cose: oggi c’è la concorrenza, sono cambiati i linguaggi, gli strumenti e il modo di interagire con il pubblico. La nostra storia, però, ci insegna che due cose sono e devono essere ancora attuali: la qualità del prodotto e i criteri fondanti del servizio pubblico”. Sulla stessa linea il direttore generale Luigi Gubitosi: “Ogni bilancio deve essere stimolo per il futuro. A distanza di tanto tempo, la missione fare informazione e intrattenimento ma cambiano le modalità. Rispetto al passato, inoltre, c’è la concorrenza e dobbiamo essere più suadenti nel messaggio. Per ora ci stiamo riuscendo, visto che i canali Rai sono complessivamente al 40% in prima serata e quasi al 40% nell’intera giornata, senza fare sconti alla qualità”.
Insomma, lo sforzo della Rai è forte nonostante il periodo di crisi che il nostro paese sta vivendo, ha concluso la Tarantola.
La mostra comprende anche una selezione di opere d’arte della collezione Rai che annovera, tra gli autori, Guttuso, De Chirico, Casorati, Campigli e Turcato. L’apertura è dedicata all’esposizione di costumi di scena particolarmente rappresentativi. In bell’evidenza alcuni indossati da Raffaella Carrà. Subito dopo c’è la sezione di presentazione intitolata ‘La Rai: una bella impresa italiana’ che documenta l’origine e la nascita dell’azienda attraverso materiali d’archivio. Ne saranno esposti molti, tra i quali verbali, ordini di servizio e materiali di promozione.
Successivamente ci sono le otto sezioni tematiche organizzate per i 60 anni della televisione italiana, ciascuna curata da un testimonial specifico del settore. L’Informazione è stata gestita da un giornalista veterano, Sergio Zavoli. Lo spettacolo è stato affidato a con Emilio Ravel che specificato: “Ho scelto di raccontarlo attraverso i comici, perché sono un po’ il ritratto del carattere italiano. Andrea Camilleri ha curato la Cultura, la sezione Scienza è stata allestita secondo le scelte di Piero Angela. Naturalmente la parte politica della mostra è stata affidata a Bruno Vespa che coì ha specificato: “Occuparsi di politica in Rai è, sostanzialmente, occuparsi del proprio editore: prima è stato il Governo, poi il Parlamento”.
A gestire la sezione Società ritroviamo Piero Badaloni che, alla presentazione dell’iniziativa, ha detto:“nel filmato c’entravano al massimo sessanta programmi. Ci ho messo il maestro Manzi ma anche il monologo di Benigni sulla Costituzione”. Si prosegue con la sezione Economia curata da Arnaldo Plateroti e il settore dedicato allo Sport gestito da Bruno Pizzul. Il notissimo telecronista ha sottolineato che “Guardando il materiale delle Teche Rai sono stato travolto da quante belle cose lo sport ci ha regalato. Ho scelto tutte cose belle, anche se so che qualche scheletro nell’armadio lo avrei trovato. C’è poco calcio e tanto degli altri sport: parlare meno di calcio farebbe bene a questo sport perché, altrimenti, alla fine si rischia di straparlare”.
Naturalmente c’è anche una sezione che celebra i 90 anni della Radio, curata da Marcello Sorgi che osserva: “La radio è stata madre, sorella e, ora, figlia della televisione. C’è una parte di storia che la tv non ha potuto raccontare perché ancora non c’era. Ma c’era la radio”.
Ultima sezione della mostra è uno spazio dedicato alla ricostruzione di un set televisivo degli anni Settanta, realizzato con strumenti e apparecchiature originali (tra cui la mitica ‘giraffa’), per raccontare tutto quanto accadeva dietro le quinte dei programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana. “Non si tratta di un’autocelebrazione ma di un modo per guardare avanti, a cosa sarà la tv” sottolinea la curatrice della mostra Costanza Esclapon, direttore della comunicazione e delle relazioni esterne della Rai, mentre il direttore delle Teche Rai Barbara Scaramucci osserva: “E’ il racconto della storia di una bella impresa italiana, la Rai”.