I due giornalisti affronteranno l’attualità politica ed economica: dai movimenti all’interno dei partiti alla crisi delle banche, fino all’immigrazione con la notizia dell’Austria che sta blindando le frontiere. Saranno questi i principali punti del dibattito di stasera, articolato dai conduttori insieme agli ospiti.
Alternati ai vari servizi che si succederanno, prenderanno parte al dibattito Ettore Rosato del Partito Democratico, il direttore de La Verità Maurizio Belpietro e il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Si tratta solo di alcuni dei protagonisti che interverranno, nel corso della lunga diretta.
Il programma può essere seguito in streaming sul sito la7.it e commentato su Twitter attraverso l’hashtag omonimo #inonda. Annunciata la chiusura de La Gabbia di Paragone, che non rientra nella nuova linea editoriale prevista da Andrea Salerno, l’impressione è che questa versione prolungata possa essere una sorta di prova generale per la sostituzione del talk show.
Non bisogna dimenticare che anche nelle passate edizioni per In Onda era previsto un appuntamento settimanale più lungo, ma in quel caso la conclusione era fissata verso le 22.00.
Per Luca Telese si tratta di un rientro a casa: il programma nasce proprio con lui e Luisella Costamagna nel giugno 2010. La coppia ne avrebbe guidato tre edizioni, poi la Costamagna sarebbe stata sostituita da Nicola Porro. In seguito Telese sarebbe stato al timone da solo nel 2013, salvo passare a Mediaset per condurre Matrix. Adesso si forma la coppia con Davide Parenzo, già conduttore della passata edizione insieme a Tommaso Labate.
Ricordiamo che Telese è rientrato alla corte di Urbano Cairo per Bianco e Nero, programma di cronaca nera che non ha ottenuto i successi sperati: a causa dei bassi ascolti era stato spostato in palinsesto, ma lo share non ne aveva comunque tratto giovamento.
La sentenza della Corte Suprema di Cassazione del 7 giugno 2017, stabilisce che il saluto romano è lecito, non violando alcun diritto. Come riportato nell’articolo dell’avvocato Gino M.D. Arnone, questa sentenza dovrebbe essere sufficiente a mettere una pietra tombale sul disegno di legge promosso dall’on. Emanuele Fiano del Partito Democratico, che prevede una condanna fino a due anni di reclusione per chi fa il saluto romano. Gli potete chiedere che ne pensa?